Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTI ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1961>   pagina <556>
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Walter Maturi
terra. Era ciò che pia colpiva gli osservatori, sia quelli stranieri sia quelli immigrati d'altre parti a"Italia. Ad Antonio Gallenga, un immigrato par­mense, per esempio, il Senato subalpino dava Vimpressione dì essere una assemblea di re, tale era la dignità degli uomini che lo componevano, 9 Questo stile fu introdotto nel Senato specialmente per opera dei magistrali, che lo avevano ereditato dalle vecchie magistrature dei Senati di Savoia e di Piemonte, nelle quali era tradizionale il culto del decoro esteriore, così idea­lizzato negli scritti del conte de Maistre. Tra i senatori, infatti, nessuno seppe meglio impersonarlo di un magistrato, il conte Federico Sclopis di Salerano, che tutti gli storici del Risorgimento, dal Bersezio alVOmodeo, hanno sempre considerato il senatóre subalpino tipico.
Congiunta al decoro del portamento, doveva essere la correttezza del lin­guaggio. Il termine linguaggio parlamentare non era per i senatori subal­pini una espressione vuota di senso. Anche in questo, modello a tutti era il conte Sclopis, e di ciò gli davano atto, sia pure a loro modo, i suoi stessi avversari politici. In una poesia satirica del Fischietto, il famoso giornale umoristico, egli era presentato come colui che sapeva mascherare il livor di cortesia {21 aprile 1855).
Ma ciò che è più ammirevole nei senatori subalpini è la loro competenza tecnicoscientifica. Il conte Sclopis era un giurista di fama autenticamente internazionale, tanto che alla fine della sua carriera, nel 1871, fu chiamato a presiedere il tribunale d'arbitrato per risolvere la famosa questione delVAla­bama tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra. La sua opera al Senato subalpino nelle questioni tra Stato e Chiesa è stata ampiamente illustrata da un Maestro come Arturo Carlo Jemolo. 2) Assai meno nota è Vopera svolta al Senato subalpino nelle questioni economiche da Carlo Ignazio Giulio, sebbene ne abbia trattato in una Memoria della nostra Accademia delle Scienze il Ga-rino-Canina nel 19341935,
Da uno storico autorevole come Adolfo Omodeo è stato detto che il Senato subalpino ha rappresentata l'estrema difesa del regime carlo-albertino, contro le riforme liberati,*)
Nel complesso la formula è esatta, ma non bisogna dimenticare che alcune riforme liberali, come la legge Siccardi sull'abolizione del foro ecclesiastico e i trattati di commercio con la Francia e con l'Inghilterra voluti dal Cavour trovarono nel Senato sostenitori entusiastici come lo Sclopis nel primo caso e il Giulio nel secondo e finirono con l'essere approvati.
Si trattava, però, di riforme che gli uomini dì educazione carloalbertina prima maniera potevano intendere. Nel riformismo della prima maniera di Carlo Alberto erano confluite, infatti, le istanze di giurisdizionalisti confes­sionisti come lo Sclopis e di liberisti come il Giulio. Ma non appena con
*) Storia del Piemonte, Torino, 1856, voi. II, p. 551v
2) Nel suo classico volume Chieea e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, 1948.
3) Vopera politica del conte di Cavour, Firenze, u. d, (ma 1941), voi. I, pp. 187 e sgg.