Rassegna storica del Risorgimento
MATURI WALTER
anno
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1961
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pagina
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564
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564 Ruggero Moscati
erano venuti in fastidio. Meglio aggiungeva tener nettamente distinte le due cose: da un lato la raccolta documentaria quanto più completa, dall'altra la ricostruzione che poggia sui documenti, cogliendone l'essenza senza riprodurli.
Era l'abitudine contratta negli anni di tirocinio all'Enciclopedia (così formativi per lui e per tutta la sua generazione !) di condensare con scarna finezza i tratti salienti di una personalità o di un movimento di idee, di giungere direttamente al centro di un problema storico, di mettere a fuoco l'essenziale, relegando ai margini i particolari o scegliendo tra essi solo quelli che all'essenziale dessero uno specifico risalto, a far sì che Maturi sostasse esitante prima di affrontare la stesura di ricostruzioni, che pur aveva in mente da anni, in ogni dettaglio, e per le quali aveva raccolto un materiale ingente e pressoché completo.
I rapporti Piemonte-Napoli nel 7-800, la politica napoleonica, i primi dièci anni della politica estera italiana.
Gli sembrava che quei complessi personaggi con i quali era in familiarità da anni, conoscendoli in ogni chiaroscuro -fossero Tanucci od Ormea, Nessdrode o Bentinck, Bonghi o Nigra, Ricasoli o Rattazzi rischiassero di perder qualcosa della loro completezza, passando dalla mente (fantasia) dello storico, alle strettoie della pagina scritta. Gli bastava, in fondo, aver condensato su ognuno di essi il meglio del suo giudizio di storico in rapidi tocchi, pago di conoscere tutto su ognuno di essi e quasi schivo a comunicare all'esterno nella sua pienezza i risultati della propria fatica.
Anche se non ha lasciato intorno ad esso che qualche spunto occasionale in alcuni suoi scritti e più che al saggio edito in nozze Cortese De Cicco penso alle fini pagine conclusive di mi suo giovanile articolo su Nigra , il problema Nord-Sud, o, a dir meglio, quello dei rapporti Napoli-Torino, Maturi lo sentì profondamente, prima in chiave di storia diplomatica, poi sotto l'aspetto psicologico-politico.
La genesi di quell'interesse è ben chiaro. La lettura del saggio del Rota su L'antagonismo tra Napoli e Torino, come correttivo all'impostazione data dal Paladino alla politica estera napoletana nel '48, l'aveva interessato oltremodo, fin dal suo primo apparire nella Nuova Rivista Storica , anche pei commenti che se ne erano fatti nella scuola di Sciupa. In quel saggio il Rota aveva sottolineato che, per comprendere la condotta sarda e quella Borbonica durante la fase conclusiva del Risorgimento, bisognava rifarsi alla logica di due tradizioni secolari. E il problema, di cui già erano adombrate preziose testimonianze in due libri fondamentali per la prima preparazione del giovanissimo Maturi, il Carlo di Borbone di Schipa e la Storia del Regno di Napoli di Croce, presentato com'era, nel consueto stile immaginoso e allettante, da Et-