Rassegna storica del Risorgimento

MATURI WALTER ; MEZZOGIORNO
anno <1961>   pagina <572>
immagine non disponibile

572
Nino Cortese
amerà ripetere quanto egli aveva scritto ad un suo discepolo il 10 ottobre 1925: H mio liberalismo è cosa che porto nel sangue come figlio morale degli uomini che fecero il Risorgimento italiano, figlio di Francesco De Sanc-Ì8 e degli altri che ho salutato sempre miei maestri di vita. La storia mi metterà fra i vincitori o mi getterà fra i vinti. Ciò non mi riguarda. Io sento che ho quei posto da difèndere, che pel bene dell'Italia quel posto deve essere difeso da qualcuno, e che tra i qualcuni sono chiamato anch'io a quell'ufficio .
Inoltre sentirà sempre di più il fascino che emanava dalla nobile figura di Giustino Fortunato, con il quale continuerà ad avere rapporti e intrattenersi sui propri studi preferiti, che almeno in parte furono ugual­mente cari a Giustino Fortunato, anche quando il grande lucano si chiu­derà nel suo studio fra i ricordi della gioventù e fra le delusioni della vecchiaia; e ricaverà largo profitto per l'interpretazione della storia del Mezzogiorno dalle sue idee sulla quistione meridionale, nonché dalla sua critica sulle conclusioni cui era giunta la storiografia, tanto quella risor­gimentale quanto quella seguente, sulla attività politica dei Borboni, pur senza accettare a pieno i termini della sua revisione.
sarà conquistato specialmente dall'Omodeo, nel quale, come dirà in seguito, ben presto comincerà a vedere la realizzazione crociana del­l'ideale dello storico secondo lo storicismo idealistico: lo storico filologo, filosofo, educatore, combattente politico .
In un siffatto ambiente e con tali maestri il Maturi si senti subito spinto verso gli studi storici. Per di più erano tempi nei quali era in pieno fervore la polemica sul giudizio che bisognava dare del governo dei Bor­boni ed ancora della partecipazione più o meno attiva che il Mezzogiorno aveva avuto nel Risorgimento italiano. E a rinnovare e rettificare giudizi ed interpretazioni o a riproporre problemi formulati dal Cuoco, dal Col­letta e parecchi anni dopo dal Fortunato era sopraggiunta la, sotto mol­teplici aspetti, rivoluzionatrice Storia del regno di Napoli di Benedetto Croce, nonché la Storia della storiografia italiana del secolo XIX dello stesso. Inoltre gli Archivi meridionali riboccavano di documenti, pres­soché inesplorati, sulla vita del Mezzogiorno nel Settecento e nel­l'Ottocento, perchè soltanto da poco tempo gli storici cosiddetti pro­fessionisti avevano preso a considerare come degna delle loro ricerche e del loro studio l'epoca più recente, ed avevano fatto posto alle vicende degli ultimi due secoli accanto a quelle, sino allora preferite come argo­mento d'indagine, del Medio Evo e dell'epoca ad esso immediatamente seguente. E ad accrescere infine il materiale documentario era soprag­giunta l'immissione nell'Archivio di Stato di Napoli della parte del pro­prio Archivio privato che i Borboni avevano lasciata nel Palazzo reale