Rassegna storica del Risorgimento

MATURI WALTER ; STORIOGRAFIA
anno <1961>   pagina <583>
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Walter Maturi storico detta storiografia 583
non solo italiano ma europeo, aiutava in questa direzione, mettendolo in grado di valutare i progressi degli studi e lo stato delle questioni in un enorme numero di problemi particolari o di grande momento della storia moderna: si che la sua attività di storico della storiografia si converte in una serie ricchissima di contributi alla soluzione di questi problemi e momenti della storia politica dell'età moderna, e anzitutto del Risorgi­mento.
Lo scritto nel quale questo orientamento raggiunge la sua espressione più compiuta, e che è anche il più significativo che il Maturi abbia lasciato nel settore della storia della storiografia, è la già ricordata rassegna degli studi italiani di storia moderna e contemporanea dal 1900 al 1950. Già la stessa ripartizione della materia rivela un criterio radicalmente diverso da quello che aveva guidato il saggio del 1930. Là, netta distinzione di indi­rizzi e di scuole raggruppate secondo i rispettivi presupposti metodici; qui, invece, divisione ex parte obietti, in studi dedicati all'età barocca, al secolo XVHI, al periodo che va dalla Rivoluzione francese al Risorgimento, all'Italia unitaria. E, all'interno dei periodi studiati, disposizione della ma­teria non secondo scuole o indirizzi, ma secondo il nesso oggettivo delle ricerche compiute dai singoli studiosi, in quanto il lavoro dell'uno ha porto occasione o sostegno a quello dell'altro, sia pure con diversissimo orienta­mento metodologico. Ne vien fuori un quadro che, se lascia a desiderare per chi guardi soprattutto alle vicende della metodologia storica, rimane tut­tavia quanto di più illuminante si sia scritto sugli sviluppi di alcune tra le più grandi questioni della storia d'Italia. Aveva cominciato il Rota, ai primi del secolo, col tentativo di mostrare, materialismo storico alla mano, che l'azione dei governi del Ducato di Milano nell'età della Controriforma, ostacolando l'accumulazione di terre nelle mani del clero, aveva eliminato le ragioni di una lotta protestante tra le classi laiche ; mentre lo Schipa faceva rivivere, coi suoi studi masanielliani, il vecchio concetto della storia nazionale nella interpretazione del dominio spagnolo. Anche qui, fu la rivoluzione crociana a sommuovere le acque, con le tesi del libro sulla Età barocca', che suscitarono reazioni notevoli da parte nazionalista e cattolica, ma che rimangono nella sostanza quelle alle quali il Maturi si sente più vicino, pur non sottovalutando l'ampiezza dei problemi che ancora rimangono aperti sulle effettive conseguenze del dominio spagnolo in Italia. E alle conclusioni crociane rimase vicino il Maturi anche per ciò che riguarda un'altra questione capitale, quella della Controriforma o Riforma cattolica, nella quale, pur riconoscendo l'importanza delle nuove tesi dello Jedin, mostra di aderire in pieno alla riaffermazione della vi­sione storicistica liberale del Rinascimento, della Riforma e della Contro­riforma operata dallo Chabod (ivi, p. 227). Il superamento della visione