Rassegna storica del Risorgimento
MATURI WALTER ; STORIOGRAFIA
anno
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1961
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pagina
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586
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586
Rosario Romeo
Anche da questa parte il Maturi segnava nettamente il limite, e ha poi provveduto a riconfermarlo e precisarlo davanti all'opera di un erudito tanto più abile ed equilibrato quale padre Pirri, e, con molta discrezione, anche di fronte ai tentativi di storiografia cattolica che con maggiore efficacia e capacità di penetrazione sono venuti nascendo in questo dopoguerra, insieme con l'emergere del partito della democrazia cristiana a protagonista della vita politica nazionale.
La visione storica alla quale il Maturi rimase sempre fedele è dunque quella liberale: quella visione ch'egli ricordava con le parole di Francesco De Sanctis: L'Italia è stata felice, perchè a costituirla han lavorato insieme il genio di Cavour ed il patriottismo di Garibaldi. Ecco perchè questi due uomini, i quali si sono combattuti in vita, dalle nuove generazioni saranno messi sullo stesso piedistallo e considerati l'uno complemento dell'altro, entrambi fattori necessari del Risorgimento nazionale . Questa visione del Risorgimento commentava il Maturi nel 1957 , oggi, purtroppo, non più di moda, è, a nostro avviso, esatta, e, quindi, sempre valida ; aggiungendo: s'intende che non bisogna intendere la soluzione finale idillicamente, ma dialetticamente, realisticamente . (pp. 101102). Appunto per questo, Omodeo è, per lui, il maggiore rinnovatore degli studi di storia del Risorgimento in questi ultimi decenni. (Corso 1957-58, p. 187; Corso 195859, p. 7). Il senso religioso della storia, proprio dello storico siciliano, la ferma e intransigente difesa dei valori risorgimentali, la rievocazione grandiosa di personalità come quella del Mazzini e l'intelligenza, attraverso di essa, del vero carattere dell'idea nazionale del secolo XIX, la capacità di rivivere il mondo ideale della Restaurazione europea e del Risorgimento come il suo proprio mondo, la reinterpretazione dell'opera di Cavour e la chiarificazione del suo rapporto con quella di Mazzini e di Garibaldi: tutto ciò motivava pienamente quel giudizio agli occhi del Maturi.
Ma se lo studio del 1930 si chiudeva su una nota francamente ottimistica, nell'annuncio delle prossime fortune dell'idealismo storiografico, già la rassegna del 1950 conteneva una confessione rara e perciò più significativa, nella prosa sempre sorvegliata del Maturi di ben diverso tono. Riassumendo i temi della battaglia culturale sostenuta nel ventennio per la difesa di un organico concetto del Risorgimento da parte della storiografia liberale, lo storico napoletano si chiedeva: Cosa vuol dire quella libertà che si scioglie dall'idea di nazione e va a cercare le sue origini nel preilluminismo e nel Rinascimento? Cosa vogliono dire quel sentimento nazionale o quel sentimento monarchico, che si sciolgono dai legami con le idee di libertà e di democrazia e se ne vanno per conto loro? Gli è che il mondo del Risorgimento e chi è stato educato nel suo