Rassegna storica del Risorgimento

MATURI WALTER
anno <1961>   pagina <590>
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WALTER MATURI, STORICO EUROPEO
Quando si parla di un amico, e di un amico die ci è stato fra i più cari, è difficile sottrarsi alla suggestione dei ricordi, dimenticare la nota personale, i riferimenti alla propria personale esperienza. E poi, non fu soltanto, per me, Maturi, l'amico; fu il compagno di strada, il compagno di un cammino di studi e di vita, che percorremmo insieme, vicini, vici­nissimi, nonostante le distanti origini: nato, lui, nel fondo della penisola, cresciuto nella capitale del Mezzogiorno; vissuto, io, nella capitale del Nord, milanese di nascita e di temperamento; figlio, lui, di quella borghesia me­ridionale radicata nel suo suolo ma aperta con la sua intelligenza a tutti i contatti col mondo; vissuto, io, in una terra, dove l'Italia si salda al con­tinente, ancorata all'Europa nel costume, nelle abitudini, nello spirito.
Ed è, forse, questo diverso angolo visuale che spiega la diversa pro­spettiva nel considerare un problema ch'era, per ambedue, al centro dei nostri interessi: i legami, i vincoli, i nessi fra la storia d'Italia e la storia d'Europa, fra la storia d'Italia nel momento in cui l'Italia diventa nazione, fra il Risorgimento, insomma, e l'Europa. In me, la tendenza ad accen­tuare l'elemento comune, lo sforzo di inserire la storia italiana nella storia europea, di fondere la vicenda italiana e l'europea; in lui, la preoccupazione di salvaguardare l'individualità, la peculiarità della storia italiana nella storia europea, di accentuare, cioè, l'elemento di distinzione.
La formula scriveva in una acutissima recensione alla mia Al­leanza di Crimea nella quale Yalsecchi ha voluto racchiudere la sua opera (Torino, il Piemonte, l'Italia visti dall'Europa, non l'Europa da Torino) non è propria, perchè sembra voler sciogliere senza residui il processo storico italiano nel processo storico europeo, mentre, in realtà, nella concreta narrazione storica, egli mostra come i due processi si siano sviluppati nei loro mutui attivi rapporti di interdipendenza non solo nel campo propriamente diplomatico, ma anche in quello ideale e in quello politico generale. L'unificazione italiana insomma non avvenne per felice coincidenza di eventi internazionali, ma, come Yalsecchi fa rilevare in modo perspicuo attraverso la sua presentazione di Cavour, fu un intelli­gente, consapevole, intimo ricongiungimento del PiemonteItalia al­l'Europa vivente .
La mia tesi dell'esistenza di una storia europea del problema ita­liano, di una progressiva maturazione del problema italiano nella politica europea, della fase diplomatica dell'unificazione italiana come risultato