Rassegna storica del Risorgimento
MATURI WALTER
anno
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1961
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pagina
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596
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Franco Valsecchi
classico manuale del Bourgeois, per esempio che vede realisticamente l'estensione del raggio d'azione della politica europea alle Americhe come una conseguenza dell'ampliarsi del gioco diplomatico che si va svolgendo fra le Grandi Potenze.
Uno sveglio spirito critico, dunque, in Maturi, di fronte alle innovazioni, alle rivelazioni , ai capovolgimenti spettacolari dell'interpretazione storiografica. Il che non significa affatto negare o respingere in blocco quel processo di revisione delle posizioni tradizionali che rappresenta il naturale cammino della scienza storica. Si prenda il problema, che è stato, nel corso dell'Ottocento, al centro del dibattito intorno al Congresso di Vienna: il problema della nazionalità. La nostra prospettiva, oggi, non è più quella di un tempo. L'accusa mossa dalla storiografia ottocentesca al Congresso di non aver compreso il significato e il valore del grande moto delle nazionalità, che aveva rinnovato la vita europea non è più incondizionata come un tempo. Le generazioni che hanno vissuto la prima e la seconda guerra mondiale hanno vissuto, per diretta esperienza, gli inconvenienti deU'mdiscriminata affermazione ed esaltazione della nazionalità. Non è mancato, fra gli storici, chi ha dedotto da queste premesse le conseguenze. In un articolo sulla Revieto of Politics del 1951, dal titolo New Views on Mettermeli, Peter Viereck rovesciava, letteralmente, l'immagine del protagonista del Congresso di Vienna: Metternich cessava di essere l'ottuso oppositore delle nuove forze storiche, diventava il lungimirante e chiaroveggente precursore, che aveva previsto il pericolo rappresentato dall'idea nazionale per l'avvenire d'Europa, e aveva cercato di soffocare in germe quella ch'era ai suoi occhi l'origine dei mali futuri.
Tesi del genere hanno, per Maturi, un significato puramente indicativo, come sintomo di certi indirizzi dell'epoca. L'attenzione di Maturi si rivolge, piuttosto, ai contributi in cui la nuova prospettiva acquista consistenza attraverso una revisione criticamente vagliata dei dati tradizionali: come il lavoro di Hannah Alice Strauss, The attitude qfthe Congress of Vienna toward Nationalism in Germany, Italy and Poland. Cancelliere del plurinazionale impero austriaco Metternich era più di tutti in grado di rendersi conto di quel che significava l'applicazione incondizionata del principio di nazionalità. Le sue preoccupazioni si rivolgevano soprattutto alla Germania. Egli fu un avversario convinto dell'unità tedesca, in quanto pensava che un grande Stato tedesco, animato dalla carica del sentimento nazionale, avrebbe rappresentato una materia esplosiva nel centro d'Europa. Per caratterizzare il movimento nazionale germanico, egli aveva foggiato un vocabolo: teutomania . E la teutomania costituiva il suo incubo. Piuttosto che lasciar sorgere una grande Germania unita, con la teutomania in corpo, preferiva far leva sui vecchi particolarismi