Rassegna storica del Risorgimento

MATURI WALTER
anno <1961>   pagina <601>
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Walter Maturi, storico europeo 601
Mettermeli. Accanto a Talleyrand, ancor pia di Talleyrand, Metter­meli è il personaggio che esercita la maggiore suggestione su Maturi. A lui è dedicato uno dei suoi saggi più meditati e felici: un ampio ritratto , nitido e ben proporzionato. Qui, la discussione storiografica, la rassegna delle diverse interpretazioni, non è che un'appendice della narrazione. Ma ne costituisce, in realtà, l'introduzione, la premessa dalla quale nasce, come conclusione, il quadro d'insieme.
La fortuna di Mettermeli, in quel secolo, ormai, che ci separa dalla sua morte, ha subito alterne vicende. La tradizione storiografica dell'Otto­cento é tradizione polemica: riassume già abbiamo avuto occasione di ricordarlo la condanna del liberalismo e della nazionalità trionfanti contro il vinto nemico. È da essa che sorge la figurazione, divenuta poi tema obbligato, di Metternich come diplomatico puro , uomo di mondo e uomo d'intrigo, ma in nessun modo uomo di Stato: un aristocratico on-cien regime, incapace di comprendere le nuove forze del secolo, in cui vede le portas inferi che si aprono sull'Europa. Il prussiano Treitschke, il più rigoroso e il più vigoroso dei suoi critici, si diverte ad enumerare le metafore, di cui Metternich si serviva per designare il moto rivoluzionario. Sono cinque: il vulcano, la peste, il cancro, il diluvio, l'incendio: cui sì aggiunsero, dopo più accurate ricerche, altre due, il colera e l'influenza.
Posizioni polemiche, che la storiografia del Novecento andò man mano rivedendo, sino a rovesciarle del tutto. All'indomani della prima guerra mondiale chiuso ormai, con la caduta degli Asburgo, il ciclo aperto un secolo prima dal Congresso di Vienna Heinrich von Srbik compiva, in una monumentale biografia, quello che resta ancora il più elaborato e sostanzioso bilancio della vita e dell'opera di Metternich. Ne usciva un Metternich del tutto diverso da quello della tradizione: un Metternich cosciente del grande dramma storico di cui era protagonista; che aveva avuto la chiara visione delle forze in conflitto e dei valori in gioco; che aveva cercato di contrapporre alle nuove correnti spirituali e politiche una dot­trina, un sistema , in cui riviveva l'eredità supernazionale e universale dell'antica idea imperiale; e che, di questa dottrina, di questo sistema, aveva fatto il fondamento teorico della ricostruzione d'Europa.
Ma osserva Maturi un conto è ammettere che alla base della concezione politica di Metternich vi sia una chiara e definita presa di coscienza del problema conservatore in Europa; un conto è ammettere che la genesi delle sue idee direttrici vada cercata nel Settecento, a cominciare da quel principio dell'equilibrio, sul quale si basa la sua ricostruzione dell'as­setto europeo; e un altro conto è porsi a trattare con serietà accademica germanica della * metafisica politica ' di Metternich, delle ' fonti della sua dogmatica', dei suoi rapporti con il kantismo, il naturalismo, lo storicismo.