Rassegna storica del Risorgimento

MATURI WALTER ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1961>   pagina <607>
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Come Walter Maturi vedeva Mazzini 607
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Se questo discorso è lo scritto mazziniano più. completo che ci ha la­sciato Walter Maturi, credo sia di notevole interesse il ricercare altre idee ed altre considerazioni, inserite in scritti diversi, che ci possono, però indicare quella che fu la sua interpretazione di Mazzini e del rnazziniane-simo. Non si soffermò a considerare la spicciola, caduca attività rivoluzio­naria, per vedere, invece, piuttosto, il pensatore e l'apostolo, il profeta disarmato che impedì al Risorgimento di essere una mera conquista piemontese , assolvendo una funzione integratrice : Se Mazzini non ci fosse stato con le sue intemperanze e il suo non rassegnarsi al destino, come avrebbe fatto Cavour a dimostrare alle diplomazie europee l'urgenza di risolvere il problema italiano?.x) Siamo, qui, nell'orbita della ben nota similitudine incudine-martello, per indicare il rapporto Cavour-Mazzini, come la concepì il Griffith e la riprese l'Omodeo o, per risalire più addietro, a quella della locomotiva e del vapore, due forze complementari anche per Alessandro Luzio.
Ritengo, invece, che nella brevità sostanziosa che era una delle più notevoli qualità della sua prosa siano veramente nuovi i concetti espressi dal Maturi nelle voci del Dizionario di politica. Sul finire della colonna dedicata alla prima associazione mazziniana, quasi ripensamento critico dopo la nuda esposizione dei fatti, egli aggiunge: la Giovine Italia ebbe il merito, sul quale assai poco si suole insistere, della difesa dell'ita­lianità all'estero. La prima ondata dei nostri esuli del Risorgimento, pur non dimenticando mai la propria patria d'origine, si lasciò spesso attrarre nell'orbita di nazioni straniere (F. Buonarroti, F. Rossi, A. Panizzi ecc.). Da quando apparve la Giovine Italia, si oppose una remora a questo movi­mento e l'abbandono della nazionalità italiana venne considerato come peccaminoso, anche se l'abbandono fosse stato fatto da un Pellegrino Rossi o da un Antonio Panizzi .s) Credo di poter completare questa osservazione giustissima, dicendo che Mazzini e i mazziniani esuli si tro­vavano in una posizione politica assai diversa da coloro che li avevano preceduti. Ciò si nota più in Inghilterra, che non in Francia o in Svizzera L'Italiano che, prima del 1837, aveva passato la Manica, per questo stesso fatto rinunciava alla politica attiva, si adagiava nel godimento di una insperata e solo sognata libertà, cercava di inserirsi nella nuova società,
1) Dispense imi versi taric dell'anno accademico 1946-47 a Pisa, p. 96.
2) Voce Giovine Italia, in Dizionario dì politica a cura del Partito nazionale fascista, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1940, voi. II, p. 309.