Rassegna storica del Risorgimento
CATTANEO CARLO ; STORIOGRAFIA
anno
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1961
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pagina
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617
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Della storiografia etico-politica e di C. Cattaneo 617
De Cesare, Masi, Bersezio, C. Cattaneo, Saffi, Gabussi, Pisacane, Anelli, C. Cantù ecc.) le tendenze politiche contingenti predominano nettamente sulle tendenze storiografiche , sicché rappresentano degli esempi tipici di quella che i metodologici chiamano storiografia di partito o senz'altro storiografia di tendenza , divisa nelle due fazioni dei moderati e dei democratici. Anziché della storiografia scientifica preferì, con poche eccezioni, occuparsi di quella politica di tendenza e l'assunzione di un criterio classificatorio eminentemente politico lo indusse a presentare, p. es., il Cattaneo sotto un aspetto che in realtà ne limita la personalità, nonostante la profonda conoscenza e la grande ammirazione che nutriva per lui.
Facilmente la storiografìa eticopolitica scivola non soltanto nella scelta dell'argomento nella storiografia di tendenza, nonostante riconosca che esiste un intimo legame interiore tra gli impulsi della vita pratica e morale e i problemi della storiografia , come Maturi riassume a proposito del Croce (il cui pensiero condivideva senza riserve), e che sarebbe da ottenere che il processo vada dallo stimolo pratico al problema definito e risoluto dal pensiero, all'informata coscienza la quale è condizione di nuovo e rinnovato atteggiamento pratico e fattivo; e che, all'incontro, sarebbe da evitare che il legame tra fini pratici e narrazione storica proceda da un particolare atteggiamento pratico (la tendenza o il programma di partito), il quale si attua mediante raccolte di notizie sul passato ricavandone immagini di persone, azioni e accadimenti ed asserzione a con-validamento e difesa del fine che si persegue. La storiografia eticopolitica, infatti, tende facilmente nella sua impostazione di base a dare un prevalente posto all'aspetto politico, non solo, ma persino a diventare storiografia di tendenza, sicché, in certi suoi prodotti, rischia essa stessa di appartenere più. alla pubblicistica politica che alla storiografìa. Il senso della misura, dell'equilibrio, della dignità dell'ufiicio evitarono al Maturi taluni difetti caratteristici della scuola eticopolitica, ma lo indussero a concepire la storia del Risorgimento principalmente, appunto, come fatto etico-politico, cioè pratico, e a vedere la relativa storiografia distinta per tendenze pratiche, cioè eticopolitiche: storiografia di moderati, di democratici, (le due grandi scuole politiche progressive ), di reazionari. La storiografìa scientifica del e sul Risorgimento, evidentemente, sarebbe da distinguere in modo più. proprio secondo i principi filosofici e filologici accolti (spiritualistici, idcalistico-imnianentistici, utilitaristici, empirìstici, ecc.), secondo la partecipazione a lotte sociali o circa ideali civili tra le quali quelle per le nazionalità e le costituzioni hanno una grande importanza, ma non esclusiva, o dovrebbe riferirsi a fatti universali di civiltà visti nell'unità teoreticopratica della prassi. Ma siffatta partizione scientifica richiederebbe anche tutt'altri tipi di indagine e porterebbe a