Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <15>
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La Società * Pro Patria e il suo tempo 15
Alla protesta di 60 elettori del grande possesso nobile italiano contro le dichiarazioni del conte Terlago, fatte in nome della maggio­ranza tedesca, seguivano le deliberazioni di 177 comuni, precedute da quelle solennissime dei municipi di Trento e di Rovereto, e alle quali si sarebbero associati tutti i rimanenti municipi trentini, se non fosse intervenuta pronta l'autorità politica a intimidire i mag­giorenti, colla minaccia di gravi conseguenze negli interessi mate­riali dei comuni affidati alla loro amministrazione. x
Perchè è da sapere che il Governo austriaco nel Trentino si era tenuti in mano tutti i mezzi e le forme per dominare il paese anche nello svolgimento della sua vita interna amministrativa, e mentre la reale autonomia amministrativa era stata accordata alle altre regioni dell'impero, a Gorizia, come a Trieste ed all'Istria, e perfino al Vora-relberg, breve territorio appartenente alla provincia del Tirolo, e di popolazione tedesca come in Tirolo, al solo Trentino era stata costan­temente negata, affidandola invece alla schiacciante maggioranza tedesca della dieta del Tirolo con sede a Innsbruck, ove fiorivano tutti i pregiudizi e si coltivavano i rancori covati nei ricordi impla­cabili della dominazione austriaca in Italia, per farne a volta a volta sfogo di dispetto, di rappresaglia, di prepotenza sulla popolazione italiana del Trentino, la quale rappresentava ancora l'ultimo oggetto dell'oppressione secolare esercitata in Italia dalla stirpe tedesca.
Questa tutela amministrativa in siffatto modo esercitata, e che penetrava a mezzo delle autorità politiche di prima istanza in tutte le più delicate e importanti funzioni della vita pubblica, e che le ar­restava o le favoriva a seconda di preconcetti determinati dalle preoc­cupazioni politiche, costituiva uno stato di cose insopportabile ed umiliante, che trovava riscontro soltanto nelle condizioni dell'ele­mento italiano nella Dalmazia rispetto agli Slavi, o dei Ruteni o dei Romeni in confronto dei Polacchi o degli Dngheresi.
Il Trentino aveva già compiuto uno sforzo mirabile per sottrarsi a questa odiosa tutela, riuscendo a inviare al Consiglio dell'Impero soltanto deputati di parte liberale nazionale, che avevano per capo­saldo del loro programma la divisione politica e amministrativa della provincia tirolese, ma la relativa proposta era caduta nel 1873 per la vergognosa defezione dei partiti tedeschi, ai quali 1 trentini avevano
*v II conte Archimede Martini, allora a Galliano, e il barone Giovanni Ciani deputato di Trento avevano percorso in lungo e in largo le valli per raccogliere le protosto del grande possesso nobile fondiario e per eccitare i coreani ad asso-oincrisL