Rassegna storica del Risorgimento

1850-1852 ; CATTOLICI ; CAVOUR, GUSTAVO BENSO DI ; SARDEGNA (RE
anno <1961>   pagina <648>
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648 Gustavo di Cavour e le idee separatiste in Piemonte
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Il 7 marzo del 1850, in un ampio resoconto della seduta alla Camera del giórno innanzi, il redattore del Risorgimento dichiarava tutta la sua sod­disfazione sull'andamento del dibattito sulla legge per l'abolizione dei fori e privilegi ecclesiastici , notando che vi si rivelava il consolidarsi dell'educazione costituzionale , e si vedevano i rappresentanti del popolo procedere con dignità e moderazione , anzi col più nobile spirito di tolleranza di ogni contraria opinione , promuovendo coraggiosamente le più saggie ed utili riforme . Vero è che quest'ottimismo si attenuava là dove si faceva cenno all'intolleranza del Brofferio, alla durezza con la quale rifiutò il bacio offertogli dal canonico Pernigotti , alla vacuità della sua demagogia anticlericale... Ma attraverso un elogio dei discorsi del ministro Siccardi e del deputato Boncompagni, si perveniva pur sempre ad una fiduciosa conclusione: la legge passerà per la retta via, per la via eminentemente cattolica e costituzionale della separazione dei poteri, quella che segnò Cristo quando distinse l'impero di Cesare da quello di Dio, e dichiarando il suo regno spirituale, condannò le dottrine talmudiche della dominazione ieratica, che più tardi il medioevo tentò risuscitare a favore della Chiesa di Gregorio VII . Questo brano, e certe frasi del Sic* cardi, sulla necessità di innalzare il clero al diritto comune, fanno pensare appunto ad una netta presa di posizione separatistica, che avrebbe dovuto aver anche conseguenze, per così dire, conciliative, inducendo la classe dirigente liberale piemontese ad attenuare certe istanze critiche nei con* fronti della corte di Roma , e invitando a rinunciare a non poche armi giurisdizionali, non meno contraddienti al diritto comune dei privilegi che si volevano demolire, stabiliti a favore del clero e della Chiesa... *)
In realtà invece le tesi separatiste dei liberali del Risorgimento si reggevano soltanto come una decorosa facciata, che copriva tutta una serie di esigenze polemiche, molto più esclusivamente stataliste (cioè, per essere
*) Oltre al resoconto della seduta del 6 marzo, fornito dal -Risorgimento del 7 (n. 677), teniamo presentì gli Atti del Parlamento subalpino, per il discorso del Siccardi alla Camera, sempre del 6 marzo, ricco di vivaci spunti polemici. Notiamo fra l'altro la frase colla quale rispondeva duramente alle critiche di Cesare Balbo, che riteneva (con altri cattolici di destra) che il progetto di legge, fosse stato concepito troppo in fretta, e che il governo subisse anche per l'iter parlamentare del progetto stesso delle pressioni troppo accentuate, che lo inducevano ad affrettare il passo: Per quanto vi affrettiate, non potrete far a meno di giunger gli ultimi (alludeva alla legislazione degli altri Stati europei, in ogni caso più restrittiva di diritti e privilegi ecclesiastici di quella subalpina).