Rassegna storica del Risorgimento

1850-1852 ; CATTOLICI ; CAVOUR, GUSTAVO BENSO DI ; SARDEGNA (RE
anno <1961>   pagina <653>
immagine non disponibile

Ettore Passerai d'Entrèves
653
B commento di Gustavo di Cavour alle tesi affacciate dal Melegari sulla Rivista Italiana si può trovare in quattro densi articoli pubblicati rmonia nel novembre del '50, col titolo Sulla separazione della Chiesa dello Stato. Notiamo anzitutto un interessante accenno alle posi­zioni difese da Camillo Cavour, di cui il fratello ricorda l'ingresso nel ministero d'Azeglio: è curioso anzi che Gustavo non rilevi alcuna diffe­renza fra l'atteggiamento del Melegari e quello di Camillo, che del resto non s'era mai impegnato in discussioni sul piano teorico. Gustavo Cavour presenta inoltre il Melegari come un uomo di buona fede, schiettamente religioso e sincero cattolico , accusandolo tuttavia subito dopo di parte­cipare in largo grado... ai pregiudizi delle scuole protestanti, e di quei giuristi che per impugnare l'autorità della Chiesa ricorrono ad ogni sorta di argomenti, anche i più cavillosi e sofistici (e con ciò sembra che egli finisca per confondere il Melegari con quei legisti anticuriali, fedeli alle tradizioni regaliste d'antico regime, dai quali invece egli si stacca netta­mente). Più felice e più chiara appare la conclusione del secondo degli articoli testé citati, nella quale, dopo essersi richiamato all'autorità di mona. Parisis, vescovo di Langres, che aveva di recente affrontato il problema dei rapporti fra Stato e Chiesa, in un'opera che appare a Gustavo di Cavour piccola di mole, ma di profonda dottrina , ) si rivelano le sue simpatie per un tipo di separatismo alquanto diverso da quello teorizzato dal Melegari.
H Melegari partiva dalla grande polemica cristianoliberale postrivo­luzionaria, che col Yinet a Losanna aveva più concretamente preso come bersaglio una delle tante chiese territoriali protestanti, legate intima­mente allo Stato, e la trasponeva in un ambiente cattolico, colpendo in­sieme le usurpazioni del potere civile e quelle del potere ecclesiastico a danno delle libere coscienze; Gustavo di Cavour partiva invece dalla pole­mica per cosi dire antistatalista dell'écofe mennaisienne francese, che si era scissa, dopo la condanna del caposcuola Lamennais, in un nucleo dissidente, ed in un nucleo più che ortodosso, oltranzista, ultramontano,
1) Lo scrìtto del Parisis s'intitolava Cas de conscience, e lo troviamo citato di fre­quente anche da Pier Carlo Boggio, il più giovane adepto della scuola liberale-separatista subalpina (il Boggio esponeva le sue idee sul Cimento, a. I (1852), voi. 2, pp. 3-22 e 137 158, in un saggio intitolato La Chiesa e lo Stato: sulle sue tesi cr. già le acute osservazioni di A. C. J EMOLO in Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino, 1949, pp. 87 e sgg. dove si analizzano i primi articoli sul Risorgimento del *48; pp. 149 e sgg., dove si riassu­mono le principali argomentazioni esposto in La Chiesa e lo Stato, e si sottolinea giusta­mente quanta parte vi abbiano esigenze pratiche e politiche che si inquadrano in un clima cavouriano (si dimentica però di segnalare l'influenza che sul Boggio dovette esercitare lo scritto anteriore da noi citato, e fors'anche l'insegnamento universitario del Melegari).