Rassegna storica del Risorgimento
1850-1852 ; CATTOLICI ; CAVOUR, GUSTAVO BENSO DI ; SARDEGNA (RE
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1961
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654
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654 Gustavo di Cavour e le idee separatiste in Piemonte
ben rappresentato appunto dal Parisis. Questi giungeva a ritenere talvolta lodevole e doveroso l'adoperarsi a promuovere la separazione della Chiesa dallo Stato , ma eoi fine e nello scopo di ottenere l'emancipazione di questa dalla tirannide di quello , ponendo cioè il torto sempre e soltanto dalla parte dello Stato. Anche l'illustre Montalembert patrocinò per lungo tempo soggiungeva Gustavo di Cavour una sincera emancipazione della Chiesa dai lacci del potere civile ed infine citava l'esempio del Belgio, dove il regime separatistico veniva teorizzato ed applicato felicemente dai cattolici. Partendo da questi modelli, gli pareva legittimo concludere che un cattolico potesse promuovere in certe occorrenze la separazione della Chiesa dallo Stato, considerando tale misura come un bene relativo , e quando i vantaggi potessero risultare maggiori degli inconvenienti. Anche la sua adesione alle tesi separatistiche risulta quindi relativa e condizionata. Inoltre egli si inalbera di fronte al sistema di... filosofia della storia che il Melegari costruiva per giustificare l'assoluta superiorità del sistema dell'indipendenza reciproca . Se i sistemi dell'unione e dell'alleanza fra i due poteri non avessero avuto alcun fondamento morale, se in specie quell'accordo e quell'armonia delle due podestà ecclesiastica e civile , che per tanti secoli apparvero come un bene molto apprezzabile potessero esser considerati e definiti soltanto come un'alleanza mostruosa e funesta, fonte di infinite calamità , tal giudizio integralmente negativo getterebbe un'infamia non facilmente riscattabile sulla vita storica della Chiesa (Gustavo di Cavour non prende neppure in considerazione le altre chiese, limitandosi a guardare alla sola chiesa cattolica). Neppure egli può ammettere che si parli di Roma papale come del maggior ostacolo che si frapponga all'attuazione delle aspirazioni degli Italiani all'indipendenza: se la S. Sede si fosse opposta alle aspirazioni degli Italiani per mere ambizioni temporalistiehe, egli nota concludendo l'ultimo dei citati articoli, i cattolici italiani potrebbero accettare le argomentazioni del Melegari. Ma non sembra a lui finito il tempo in cui Roma cristiana ebbe... intelligenza perfetta dei bisogni delle diverse epoche , e se Roma ha posto un freno alle aspirazioni patriottiche, essa l'ha fatto per dare una lezione altissima di purissima morale... col saper resistere ad un fascinamento così potente e così generale (quello del movimento nazionale), arrestandosi al punto giusto, dove cioè la lotta per l'indipendenza violava i canoni della moralità. Occorreva serbare inviolato quel supremo canone della vera morale: non esser mai lecito imbrattarsi di un solo atto colpevole , neppure per un fine in sé buono.
Possiamo rilevare che con queste considerazioni conclusive Gustavo di Cavour veniva a riaccostarsi alle posizioni dei cattolici ultramontani*