Rassegna storica del Risorgimento

1850-1852 ; CATTOLICI ; CAVOUR, GUSTAVO BENSO DI ; SARDEGNA (RE
anno <1961>   pagina <659>
immagine non disponibile

Ettore Passerin aVEntrèves
659
guardasigilli, che presentando il progetto di legge aveva parlato proprio nello stesso senso, notando che non si voleva menomare l'autorità morale della religione , ma anche mantenere in questa, come in tutte le altre parti della legislazione, l'assoluta indipendenza del governo civile da ogni altra potestà , egli non faceva quindi opposizione in linea di principio, ma gli rimproverava di aver perseguito un fine astratto, quello di fissare i limiti razionali fra le due potestà, spirituale e civile ; di aver trascurato invece il terzo elemento sorto nelle società moderne , consistente nel-l' autonomia che in un paese libero si riconosce spettare a ciascun cit­tadino . Quale fra le legislazioni dei popoli che ci hanno preceduto nelle vie della libertà , aveva meglio provveduto a soddisfare nella materia matrimoniale quest'esigenza? Il sistema americano pareva al Nostro molto liberale, nel senso migliore, di rispettare al massimo gli scrupoli di coscienza religiosi, ma tale da non concedere abbastanza alle esigenze dell'ordine pubblico ; quello francese peccava secondo lui in senso opposto; quello inglese, o meglio quelle regole che Roberto Peel aveva patrocinato nel 1837, limitando i privilegi della Chiesa anglicana, che offendevano gravemente la coscienza dei dissenzienti , e che s'erano imposte in In­ghilterra dopo tre anni di nutriti dibattiti parlamentari, parevano costi­tuire il miglior modello al quale ispirarsi (e Gustavo soggiungeva, un po' arbitrariamente, che era lecito ravvisare un'influenza preponderante del modello inglese nel progetto del Boncompagni). Concludendo Gustavo di Cavour si diceva disposto a votare una legge in cui fossero... rispettati innanzi a tutto anche gli scrupoli della più delicata coscienza , e chiariva ancora che, mentre il cattolicesimo non aveva a parer suo nulla a temere da una vera legge di libertà , non avrebbe potuto, d'altra parte, dirsi veramente liberale una legge che offendesse nelle minime cose una coscienza anche scrupolosa .
Con siffatte espressioni, il Nostro si allontana in realtà da quel criterio di valutazione pratico, al quale s'era dapprima ispirato nel criticare l'astrattezza dell'impostazione del discorso del guardasigilli: ammetteva del resto ingenuamente d'aver preparato un discorso assai più ampio, di carattere troppo teorico, lungo ed astratto , tanto da essere stato indotto a darlo alle stampe sulla rivista U Cimento, anziché pronunziarlo nell'aula parlamentare. Malgrado queste ammissioni, e malgrado che questo oscil­lare tra esigenze di concretezza e inclinazioni dottrinarie rendesse ancor meno sensibile l'apporto del marchese di Cavour al dibattito, riteniamo che valga la pena di riflettere su alcune sue considerazioni, in quanto rendono possibile una valutazione più equanime di quelle posizioni inter­medie, staccate dalla strategia politica dei maggiori schieramenti parla­mentari, che già nel dibattito dovevan essere oggetto di ironici apprez-