Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <682>
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La crisi del connubio Cavour-liattazzi
la più organica e meditata, su quel momento crìtico del regime parlamentare piemontese.
Com'è noto, nelle elezioni per la VI Legislatura (1619 novembre 1857) la destra l'estrema dì Solaro della Margarita e la moderata di Ottavio di Revel dopo una campagna elettorale condotta con abilità e vigore insospettati, così sul piano organizzativo come su quello della propaganda, e sorretta dal massiccio intervento del clero, incitato e guidato da quasi tutto l'episcopato, aveva conseguito un successo sorprendente, che solo per un estremo sforzo dei liberali nei ballottaggi non si era trasformato in clamoroso trionfo. La composizione della nuova Camera differiva forte­mente dalla precedente: a destra una forte opposizione, per oltre due terzi di clericali intransigenti, con circa 80 deputati ((39,2 per cento); al centro la maggioranza ministeriale, con 95 seggi (46,5 per cento); a sinistra un gruppetto non troppo compatto di 20 deputati (9,8 per cento); infine, 6 liberali indipendenti e 3 di colore non ben definibile (questi ultimi, sicura­mente votanti con la destra nelle questioni ecclesiastiche). Rispetto alla Camera precedente, la destra aveva guadaganto 50 nuovi seggi, i mini­steriali si erano ridotti di un terzo, la sinistra, la grande sconfitta, quasi della metà. Illustri esponenti della maggioranza .ministeriale, come Fa­rmi, Castelli, Buffa, Cassinis, Melegari, Biancheri, Sommeiller, Guglia-netti, Chiaves, Luigi Torelli, Raffaele Cadorna, erano stati respinti dal suffragio degli elettori; altri, fra i quali due ministri, il Rattazzi e il Lanza, riusciti a stento nei ballottaggi; un altro ministro, il La Marmerà, amico del re, notissimo nel paese, vinto da un oscuro magistrato in un piccolo collegio della pianura torinese e salvato dall'ostinazione degli elet­tori di Biella, che l'avevano votato nonostante il suo rifiuto di portarsi candidato anche in quella circoscrizione.
Nella passata legislatura il ministero Cavour, sostenuto da un gruppo parlamentare di 140 seggi, aveva ottenuto con relativa facilità la maggio­ranza assoluta nelle diverse votazioni, senza darsi eccessive preoccupa­zioni per le opposizioni di sinistra e di destra. Ma ora i nuovi rapporti di forza nella Camera facevano prevedere non altrettanto facile l'azione del governo: il gruppo parlamentare di centro, sebbene tuttora superiore numericamente, non raggiungeva più la maggioranza assoluta dei voti, e non era da escludersi la possibilità di uno scacco governativo, non po­tendo il centro garantire il ministero da eventuali sorprese, sia per il cro­nico assenteismo dei deputati dalle sedute, più frequente nel settore mini­steriale che non in quello di destra, sia nel caso di coalizione momentanea delle due estreme, non improbabile, ad esempio, nelle votazioni su provve­dimenti finanziari. Non esagerava di certo Massimo d'Azeglio quando com­mentava: La maggiorità pel Ministero è talmente ristretta oramai, che