Rassegna storica del Risorgimento
1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
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1961
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()88 La crisi del connubio Cavour-Raltuzsi
meno compatta la forza avversaria più temibile, dato altresì che quella era la volontà di una considerevole parte del paese legale e che non esisteva pel momento una soluzione di ricambio non sovvertitrice.
À rafforzare Cavour in questi propositi di prudenza giungevano in quei giorni i consigli del Boncompagni. L'ex presidente della Camera, da pochi mesi ministro sardo a Firenze, scriveva il 20 novembre, quando ancora non gli erano noti i risultati dei ballottaggi.!)
Caro amico,
l'esito della prima votazione dei collegi elettorali è ini fatto grave.
Non credo che dobbiamo sgomentarci, ma dobbiamo farcene un concetto esatto se pure abbiamo da provvedere secondo richiede il bene del paese. Da qualche tempo in poi l'opposizione era pressoché scomparsa da] nostro governo parlamentare. Ora essa ricompare più. potente che non ce l'aspettassimo, e compare capitanata dall'armonia. Una opposizione che contrasti virilmente a coloro che governano è la condizione essenziale del governo parlamentare; per questo rispetto io non deploro punto che la parte opponente sia nella Camera più numerosa che non fosse in addietro. Ciò che è più grave si è che una parte, la quale avversa l'indipendenza nazionale e le libertà costituzionali, prenda piede in un paese in cui hi maggioranza delle persone colte è incontrastabilmente liberale. La causa di questo fatto debbe forse richiamarsi in gran parte dal poco accordo fra i liberali in ordine agli uomini che meritassero la loro fiducia. Una statistica esatta dei voti che furono dati negli ultimi squittinii farà vedere quanto la dispersione dei suffragi Liberali abbia contribuito al trionfo parziale dei retrivi.
In quanto ai voti ottenuti da questi, io credo che in parte sia dovuto all'influenza pretesca, ma in gran parte io credo che sia dovuto al desiderio di fare opposizione al Governo. La parte liberale estrema pareva probabilmente a molti elettori meno adattata a quest'ufficio, dappoiché i suoi capi o cessarono di contrastare o contrastarono mollemente ai Ministri. Nel nostro paese non vi ha un malcontento che possa opporre gravi difficoltà al governo, ma pure c'è un po' di mal umore, di cui le imposte sono causa principale. Ho spesso udito ripetermi quest'argomento molto volgare: Prima del '48 si pagava assai meno. So anch'io che la prosperità degli Stati, non si misura in ragione inversa alle imposte. Ma quell'argomento cosi presentato fa pure molta impressione negli animi volgari, che sono pur sempre i molti. Io crederei per questo rispetto molto utile una pubblicazione scritta in modo semplice e popolare, in cui si paragonasse la condizione economica e finanziaria del Piemonte costituzionale, non pure con quella degli altri Stati italiani, ma con quella del nostro paese finché durò la monarchia assoluta. Inoltre non vi sarebbe qualche riforma da fare? Non si potrà diminuire il peso delle gravezze pubbliche, ma si potrebbe forse ottenere che fossero percepite in modo meno gravoso. Mostrando di cercare seriamente la soluzione di questi problemi, il governo richiamerebbe forse a sé molte simpatie.
Un'altra causa del malcontento, onde procedettero le elezioni clericali, pormi debba ripetersi dalla poca fiducia che ispirano a parecchi le persone che, nel Ministero e nella Camera, rappresentano il paese. Non avete da domandare la parola per un fatto personale. Rattazzi e Lanza rappresentano ufficialmente la parte più spinta: pure è un fatto che sono i Ministri contro i quali vi ha maggiore scontento, non solo tra i retrivi dei quali non parlo, ma anche fra molti liberali. Io desidero che essi rimangano sul loro seggio ministeriale, perchè non credo che surrogandoli le difficoltà diminuirebbero, o che sia molto facile tro-
) A. S. di Torino, Cam Cavour* Legazione di Firenze, originale.