Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <693>
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Carlo Pischedda
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Cavour voleva poi che.il ritiro apparisse come rinuncia spontanea e non frutto di pressioni o di oscure manovre, per non provocare risentimenti nel collega dimissionario e per non indurre il Lanza a seguirlo: quest'azione prudente mirava a tener in vita il connubio nel governo e nella Camera e a serbare intatte le possibilità di un ritorno del Rattazzi al potere, in circostanze mutate; non a caso, dopo le dimissioni, Cavour incaricherà Villamarina di correggere l'opinione di Napoleone IH sul Rattazzi, presen­tandolo come il fautore più. fermo del principio d'autorità, della monarchia e della causa dell'ordine. *)
A quel fine, l'opinione del Boncompagni si offriva come una preziosa pedina nel suo giuoco. Ed egli subito se ne valeva, facendo la prima mossa per aprirsi la via. L'invio della memoria al La Marmora aveva uno scopo ben preciso. Il ministro della guerra teneva molto alla solidarietà mini­steriale, il suo parere era tenuto in gran conto dai colleghi; amico e confi­dente di Cavour, era in ottime relazioni anche col Rattazzi e più volte in passato, valendosi di questa duplice amicizia, s'era adoperato per comporre i dissidi sorti fra i due, che minacciavano di porre a rischio la compattezza del ministero.2) Occorreva dunque convincerlo a far tacere sentimenti e scrupoli personali, davanti alle difficoltà dell'ora, e soltanto i ragionamenti di un uomo come il Boncompagni, da mesi lontano da Torino, meno sog­getto a risentimenti, rancori, gelosie, desideri di rivincita che in quei giorni agitavano il piccolo mondo politico della capitale, potevano riuscirvi. Se con quel mezzo fosse giunto a trarlo dalla sua Cavour poteva già contare sulla maggioranza dei consensi nel Consiglio dei ministri, quando avesse ritenuto di sottoporgli la questione, essendo favorevoli il Paleocapa e il Bona, incerto il De Foresta e quasi sicuro oppositore soltanto il Lanza. La mossa ottenne l'esito sperato, se Cavour il 13 dicembre scriveva al Boncompagni: Concorro, come concorre pure La Marmora, in quasi tutte le idee che avete esposto con tanta maestria; ond'io posso assicurarvi che la condotta del Ministero innanzi alle Camere sarà conforme ai vostri consigli [.. .]> Credo anch'io che il Ministero non possa presentarsi alle Camere con la divisa gesuitica da voi ricordata. È possibile, direi quasi probabile, che una modificazione ministeriale si faccia indispensabile . 8>
Cavour aveva ormai partita vinta: la necessità delle dimissioni del Rattazzi era ammessa dalla maggioranza del Consiglio, e con ciò era posta la premessa perchè divenissero, un mese più tardi, un fatto compiuto. H
1) CIMALA, Lettere cit., voi. II, pp. 291-294.
2) G-. MASSABI, II gen. Alfonso La Marmora, Ricordi biografici, Firenze, 1880,
pp. 194-195. "V2?
3) B. MANZONE, Cavour e Boncompagni nella, rivoluziono toscana del 1859, in R Ri­sorgimento italiano, 1909, pp. 206-207.