Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <695>
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Carlo Pischedda
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sclerosi regionalistica , in quel rinchiudersi del Piemonte in sé, nel pro­prio egoismo particolaristico, dopo tante speranze destate dalla politica precedente, s'annidava la minaccia che l'iniziativa ritornasse nelle mani di Mazzini, com'era accaduto nel '49 dopo il fallimento della politica mo­derata. Ma quel pericolo non sfuggiva a Cavour, che proprio a quel fine, per conservare l'iniziativa alla monarchia, non aveva esitato l'anno prima ad adottare lui stesso l'aborrito metodo del rivale, a farsi cospiratore, stringendo segreti rapporti con gli italianissimi della Società Nazionale, appoggiandosi così a una forza esclusivamente italiana, ora che sentiva vacillare le forze politiche strettamente piemontesi. Proprio in questo senso, le elezioni politiche del '57, confermando a Cavour che il paese si mostrava stanco di quella tensione continua per un fine esorbitante le sue forze e comunque sempre lontano, gli apportavano un ammaestramento addirittura opposto: anziché rinchiudersi in se stesso e attendere a rifor­marsi all'interno, il Piemonte doveva accelerare il ritmo della politica moderata, anticipare il momento dell'azione nazionale, inducendo il po­tente signore delle Tuileries all'alleanza, per poter, col suo indispensabile aiuto, allontanare una volta per sempre l'Austria dalla penisola e rendere con ciò impotenti, prive del tradizionale appoggio, anche le forze retro­grade interne che si opponevano al progresso liberale italiano.
CARLO PISCHEDDA
MEMORIA1)
Le condizioni politiche del Piemonte s'informano in questo momento da due fatti:
1) L'ingresso nella Camera dei Deputati di uomini della parte clericale in numero più ragguardevole che non siasi mai avuto in addietro.
2) Il voto di parecchi collegi elettorali, i quali dando il loro mandato ad un depu­tato liberale, lo ricusarono tuttavia a quello che gli aveva rappresentati finora alla Camera.
La presenza nella Camera dei Deputati di un 50 o 60 membri appartenenti all'opinione retriva non forma per sé un fatto tale di cui alcun liberale debba sgomentarsi. Non introduce nel Parlamento un'opposizione più numerosa o più gagliarda di quella che in tutti i tempi BÌ trova presso i popoli, che hanno un governo costituzionale più saldamente stabilito. Ma non conviene tuttavia dissimulare che vi hanno fra noi delle condizioni speciali, per cui la presenza di quei 50 o 60 deputati clericali prende aspetto di un fatto molto grave.
l) Conservata in A. S.. Torino, Carte Cavour, Legazione di Firenze; non porta né firma né data. È sicuramente del Boncompagni, per lo concordanze col contenuto della lettera del 26 novembre '57 con cui egli ne preannunciava la stesura e l'invio; per di più la scrittura risulta essere quella di un addetto della legazione sarda a Firenze. Fu com­posta fra il 26 novembre e la fine del mese; Cavour la ricevette il 4 dicembre. Sulla prima pagina in alto, Cavour di suo pugno aggiunse: Memoria .