Rassegna storica del Risorgimento
1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
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Carlo Piscliedda
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stonali. Lu stessa necessità che obbligò ad aggravare i balzelli impedisce per ora di diminuirli. Mn è opinione di molti che si possano rendere più comportabili variando alcunché nella distribuzione, e nel modo di percezione. Io non sono in grado di pronunciare quanto siavi di fondato in questa opinione. Ad ogni modo è dovere, è necessità pel Governo del Re di studiare questa questione, e di far conoscere il risultato dei suoi studi, giacche egli non potrebbe senza pericolo lasciare ai suoi avversari il merito dell'iniziativa rispetto ad una riforma cbe sovra ogni altra interessa il paese.
II principio della riforma in tutte le parti della pubblica amministrazione, nell'organizzazione giudiziaria, nell'ordinamento della provincia e del municipio, nell'istruzione pubblica è consentito da tutti. Il Governo ha già introdotto innanzi al Parlamento dei progetti su tatte queste parti di pubblico servizio. Ma purtroppo ninna delle riforme da esso proposte potè venire a capo. Le incertezze e l'inesperienza dell'universale fecero si che ninna di quelle proposte venisse a conclusione. Vi hanno due di quelle riforme che sono più particolarmente importanti, in quanto si applicano a ciò che prepara e che educa lo spirito pubblico della nazione: al comune ed alla scuola. I pregiudizi, che prevalgono ancora nel nostro paese presso i più dei liberali, impedirono ed impediranno forse per lungo tempo ancora che queste riforme siano attuate in modo veramente utile ed efficace. I pregiudizi democratici impediscono che si consenta ai proprietari quella parte che loro compete nell'amministrazione delle cose comunali e che è sancita dalle leggi dei popoli più Uberi che siano al mondo: dagli Inglesi e dagli Americani degli Stati Uniti. Indi lo sconcio che ha luogo presso di noi cbe i non possidenti o quelli almeno che per la tenuità dei loro possessi possono riguardarsi come tali, impongano i contributi che i possidenti debbono pagare. Questo fatto contribuisce ad accrescere i malumori suscitati dalle imposte, giacché i più non sogliono fare distinzione fra il contributo che si paga al Governo, e quello che si paga alla provincia ed al comune, mentre l'uno e l'altro sono percepiti dallo stesso esattore. Anche nella materia dell'Istruzione pubblica i pregiudizi di molti tra i nostri liberali impedirono una riforma consentanea alla natura delle nostre istituzioni. Essi credono servire alla libertà ogni volta che osteggino il clero, appunto come il clero ignorante crede servire alla religione ogni volta che osteggi i liberali. Indi un ostacolo forse insuperabile ad attuare la libertà d'insegnamento, ed a consentire alla Chiesa la sua legittima influenza sull'educazione religiosa, condizione senza la quale la scuola non corrisponde al voto dei padri di famiglia. La Camera dei Deputati fu unanime ncll'aderire al principio della libertà d'insegnamento. Ma quanto udivo negli uffizii e nelle giunte, ogni volta che venivano in campo queste materie, non mi lascia credere che essa fosse disposta ad approvarne tutte le legittime conseguenze.
Da questa rassegna dei punti ai quali si riferisce il programma della politica liberale piemontese, è facile raccogliere come ciascuna delle questioni che il Parlamento ed il Governo debbono risolvere possa considerarsi secondo due metodi, l'uno dei quali è consentaneo al principio costituzionale, in cui si raccoglie tutto il progresso politico della civiltà moderna, l'altro a quel principio ultra democratico, che prevalse nel 1848 e che apri la via alla funesta riazione del 1849 che dura ancora oggidì.
In Piemonte mercè la lealtà del Principe, l'affezione tradizionale olla Monarchia, il senno pratico del popolo, lo spirito ultra democratico non ebbe le fatali conseguenze che si videro altrove; perciò toccò al nostro paese il singolare privilegio di conservare illesi gli ordini fondati nel 1848. Tuttavia anche da noi l'immensa perturbazione d'idee che si manifestò in quell'anno ci noccrue, in quanto impedì olla parte liberale di formarsi un programma pratico e ben definito. Nel linguaggio e nei modi dei più fra coloro che parteciparono, e che partecipano alla vita politica nel Parlamento o nella stampa, si ravvisa facilmente la traccia degli errori e delle illusioni di quell'anno. Non che essi si sognino di ridurle ad effetto per ora, giacché trovano ut ostacolo troppo insuperabile nelle condizioni dei tempi. Non che essi inchinino a gravi esorbitanze, trattenuti ohe sono dall'onestà propria e dalle abitudini del paese. Ma tuttavia quel difettivo indirizzo di idee basta per impedire la formazione e l'attuazione di quel programma politico ben definito che sarebbe pertanto necessario per tenere riunita la parte liberale, e basta per spingere verso la parte