Rassegna storica del Risorgimento
1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
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1961
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Libri e periodici
storiche, antologie consistenti generalmente di noti testi contemporanei agli eventi, quelle delle antologie comunemente dette storiche, nelle quali a quei testi si uniscono passi di studiosi recenti, e quelle, infine, delle antologie della critica storica, che accolgono soltanto questi ultimi. E reca, in più, gruppi di testi molto rari, se non addirittura inediti, e prospettive nuove di problemi classici svolte nell'ampia Introduzione e nei numerosi cappelli, H tutto è corredato da una ricca nota bibliografica. Sicché abbiamo tre antologie riunite in una sola, adatta a stimolare non soltanto curiosità e interessi di docenti e di discenti, ma pure di studiosi. A questi ultimi vorremmo indicare particolarmente i folti gruppi di documenti riguardanti le cinque giornate milanesi, l'offerta al duca di Genova del trono di Sicilia nel 1848, la spedizione dei Molle,
Il Lama oltre che storico è pedagogista e direi che la sua antologia possiede un'efficacia didattica tanto più sicura in quanto con accorgimenti vari egli è riuscito a trasformare l'opera in una specie di mostra storica stampata: il lettore,-specie il più, giovane è, infatti, introdotto, nei tempi andati (ma la cui attualità gli è prospettata dalla felice scelta di articoli usciti in occasione del centenario a cura di alcuni tra i nostri più preparati e suggestivi storici, scrittori e pubblicisti) da una preziosa raccolta di illustrazioni, anche-esse rare e curiose sebbene di carattere popolare: ma non sono rari pure i testi ricavati,, nella decima delle undici parti in cui si divide il volume, dai periodici popolari del Risorgimento?. I cappelli e i brani del Lama o di storici odierni adempiono alla funzione che nelle mostre è adempiuta dalle didascalie di sala, d'insieme o di gruppo. In tal modo-la lettura si trasforma anche in godimento visivo e si arricchisce di sane suggestioni, in quanto proveniente da una documentazione precisa, né deformata né deformante per effetto di lenocinli architettonici o retorici. I numerosi proclami (alcuni dei quali rarissimi anche se a stampa, come quello affisso in prossimità delle barricate milanesi spentisi ormai i combattimenti ma non ancora l'eccitazione dei combattenti ancora pronti a far fuoco. contro le ombre) colpiscono il lettore anche se frettoloso. Colui che ama sostare sui documenti può leggere numerose pagine dottrinarie del Gioberti o del Rosmini,, lettere di grandi consacrati come Azeglio, Cavour, Collegno, Radetzky, Garibaldi Speri, o di umili (p. es., la lettera di un soldato napoletano al padre nel 1848); chi ama la storia diplomatica trova testi di trattati o di dispacci; chi, invece, predilige-i grandi affreschi o i grandi quadri trova le colorite descrizioni della corruzione-dei Mezzogiorno borbonico nelle numerose pagine del Settembrini; e le Noterelle-dell'Abba, abbondantemente riportate, e il Diario del Sacchi non tengono il posto occupato nelle mostre da fini e gustose tempere, da disegni e da schizzi a penna, a seppia, a carboncino? Quale è il filo conduttore, l'ispirazione dominante di una rievocazione cosi fedele e realistica, parlante colle voci del tempo, che incomincia col proclama di Rimini e finisce colle affermazioni unitarie del De Sanctis del 1865? La concezione del Risorgimento come processo di liberazione e unificazione dell'Italia del 1815 in uno Stato unitario e nazionale, proclamato, almeno nel primo fondamentale abbozzo, il 14 marzo 1861 con una legge che E Giorgini, ricorda il Lama, disse e grido di entusiasmo fatto legge. Giustamente il Lama osserva che per l'Italia, come Stato indipendente e nazionale, si trattava piuttosto di un sorgere: eppure il fascino risorgimentale avvolse la coscienza degli Italiani e degli storici, assunse esso stesso una forma ideale e quindi un significato storico effettivo. Il senso del mito prevalse sul significato effettivo dei termini storici. Nessuno, infatti si chiese se si trattava di un sorgere o di un risorgere ma, per ima specie di misteriosa sollecitazione di volontà e di intelletto, tutti avvertirono che l'idea dell'Italia, che da tanto-tempo brillava nelle intenzioni dei letterati e dei pensatori, come nelle aspirazioni e nei propositi degli Italiani dei vari Stati della Penisola, l'Italia idea, l'Italia mito, stava per farsi realtà storica e politica. Che poi la storia della formazione dell'idea e del mito risalga,, come opina il Lama, ai tempi del costituirsi delle dominazioni barbariche nelle contrade italiche che alimentarono e resero vivace un sentimento di fierezza e di ribellione delle popolazioni locali verso i nuovi dominatori, è tesi di ardua dimostrazione critica, ma, in fondo, estranea alla compiutezza del volume, raccomandabile per i pregi già accennati e per molti altri ancora. LtJtcì Bouunri