Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <710>
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710 Libri e periodici
d'una angolare sensibilità umanistico. Si reputa conveniente raggruppare insieme qualche breve osservazione sui due volumi giacché essi* pur separati nel loro oggetto da un arco cronologico abbastanza ampio* si volgono all'analisi di quel mondo anglosassone dove già l'A. aveva dato lo sue prime 6 lusinghiere prove d'indagine; e, nell'ambito di esso, centrano l'attenzione su quei movimenti di opinione pubblica che - a parte qualche limitazione che s'indicherà in seguito costituiscono senza dubbio il lievito maggiormente formativo ed indicativo di una civiltà liberale e democratica.
L'A. prelude alla trattazione della politica inglese in Italia dopo la Restaurazione osservando molto giustamente come essa sia in modo pressoché esclusivo ispirata dal­l'intento negativo antifrancese, soprattutto per quanto concerne il Piemonte* il cui ingrandimento fa da puntuale pendant a quello dell'Olanda sulle frontiere settentrionali della Francia. Viceversa, per quanto attiene alla Sicilia* l'altro principale scacchiere operativo italiano della diplomazia britannica di questi decenni, hi sua importanza va inquadrata in riferimento alle aspirazioni inglesi di egemonia marittima mondiale piò che di equilibrio continentale europeo. Di conseguenza, senza che venga meno quella solidarietà anglo-austriaca che è un fattore preminente nel sistema politico di Castlereagh, -ed i cui echeggi omenti si avvertono con particolare precisione nella penisola, l'orizzonte mediterraneo allarga alla Russia, nonché alla Francia* la potenziale polemica concorrenza inglese, e ciò tanto più in connessione con i noti interessi di Pietroburgo alla tutela delle Due Sicilie. Quest'elemento, a ben vedere* introduce una prima possibilità di alterazione nel sistema viennese* giacché, coincidendo per ora in funzione antiturca gli interessi delle potenze assolutistiche nei Balcani, essi obiettivamente divergono allorché si passa all'ambito mediterraneo e all'atteggiamento da serbarsi nei confronti dell'Inghilterra* "Giova a questo proposito, mi sembra, non sopravvalutare l'influenza del cosiddetto periodo costituzionale siciliano posteriore al 1812, giacché esso, rispetto all'esempio britannico, vitalizza un istituto parlamentare in arretrato di un secolo, che si collega alle tradizioni feudali aragonesi locali e tutt'al più, appunto* al regime aristocratico ed agrario degli high tories dei tempi della regina Anna* ma non certo alle moderne evoluzioni del parlamentarismo inglese e neppure a quelle che sarebbero state suscitate dalla charle. La convergenza anglo-siciliana risponde a motivi strategici ed economici non meno pressanti di quelli costituzionali, e che non vanno sottaciuti* senza che perciò sia neces­sario scomodare la politica matrimoniale di Enrico II o le affinità strutturali tra i due isti­tuti parlamentari nel XIII secolo, profondamente alterate, in Inghilterra, almeno dal­l'epoca di Edoardo III.
L'A. appare assai preoccupato di negare la preminenza di motivi economici ed anche genericamente commerciali nn po' in tutta la politica estera inglese della prima metà dell'Ottocento, ed ha buon gioco nel mostrare il concetto eversivo schiettamente politico che presiede all'azione di Palmcrston. Ma occorrerebbe esaminare i casi eventuali di conflitto tra le due tendenze, l'ideologica e l'economica, per intendere quale delle due abbia effettivamente prevalso, ed a danno dell'altra. Il fatto è che una simile divergenza é ben ardua a trovarsi* in quanto hi coerenza logica, l'armonicità strutturale del capita­lismo nella sua fase imperialistica non consentono di sceverare l'un momento dall'altro* essendo essi intimamente compenetrati. L'appoggio ad una borghesia liberale in lotta per i diritti costituzionali rispecchia legittimamente così una simpatia culturale come un preciso interesse d'espansionismo economico; una battaglia liberistica risponde altrettanto bene a postulati dottrinari quanto a concrete esigenze di maggior profitto capitalistico. La sfasatura si avverte di rado nella società di gran lunga più adulta ed organica, come -appunto quella britannica. Vero é* come avverte l'A.* che un espansionismo extra-europeo* oltre ad essere immensamente più fruttuoso, non urtava contro la difficoltà di dover* per forza di cose* venire in urto con un alleato prezioso corno l'Austria. Ma, in un caso simile, i wlùgs, per bocca di Cobden, avrebbero preferito abbandonare le cose al punto -di prima* non aggredire la situazione* lasciare al mercato italiano il suo carattere di com­plementarità, forzando soltanto in Sicilia, dove appunto gli interessi economici erano