Rassegna storica del Risorgimento
1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
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Libri, e periodici 713
Giappone alla Russia come punto d'appoggio della politica americana in Estremo Oriente è la controprova delle opinioni del Mahan, una diagnosi di sostanziale estraneità della Russia all'atmosfera di civiltà venutasi a determinare, e che Boia può condizionare ostilità o convergenze.
Scoppiato il conflitto, sorprendendo completamente le classi dirigenti americane, il giornalismo e romanzesco cagionò una prima sterzata dell'opinione pubblica, in origine del tutto disorientata, in senso filo alleato: e qui entrarono in gioco indirizzi ed interessi che l A. non manca di documentare, pur indulgendo forse ad una spiegazione in chiave tradizionalista ed ottocentesca (che avrebbe implicato una polemica, almeno implicita, ed invece del tutto assente, contro l'autoritarismo). L'adesione di Roosevelt all'interventismo accentua e precisa i caratteri schiettamente impcrialistici, e perciò tntt'altro che liberali, di quel movimento, soltanto alla fine avviato da Wilson ad un'impostazione democraticamente ideale. Roosevelt non decampa, nel corso di questa campagna, dai suoi concetti, ormai antichi d'un quindicennio e largamente diffusi, dell'individualismo aggressivo e della nazione concepita come un tutto organico: temi entrambi che hanno di mira la demolizione della democrazia egualitaria nella sua accezione tradizionale; e che si collegano all'emendamento alla dottrina di Monroe sulla funzione di polizia internazionale . da attribuire agli Stati Uniti nell'emisfero occidentale, estrema degenerazione imperialistica di una concezione da Santa Alleanza. Anche dopo l'inizio delle ostilità, la propaganda di Roosevelt è sempre ispirata ad una considerazione mitologica e vitalistica del conflitto. La sola preoccupazione veramente penetrante di lui concerne la politica interna, e consiste nella salvaguardia dei valori tipici dell'americanismo contro pericoli di frazionamenti nazionalistici, determinati dalla guerra tra gli immigrati. Quando Roosevelt viceversa cerca di giustificare la vendita di armi e munizioni, ed in genere la politica di crediti, prestiti ed investimenti all'estero, che avviano potentemente gli Stati Uniti all'intervento, con discettazioni sul buono o sul cattivo uso di quelle armi, noi scorgiamo, ed avvertiamo con fastidio, un moralismo grossolano, che cerca inutilmente di velare uno scopertissimo spirito affaristico. Questo moralismo è trasceso nella tesi spregiudicata dal Lodge, favorevole in sostanza a cogliere tutti i vantaggi economici della guerra senza parteciparvi militarmente. Finalmente, col Lippmann, si ha l'elaborazione di una tesi veramente moderna, atlantica e navale, che giustifica l'intervento in nome dei permanenti motivi di solidarietà angleamericana.
Quanto a Wilson, scontato il gravissimo e durevole limite della scarsa sua conoscenza di politica internazionale, e particolarmente europea, si amerebbero porre già all'autunno 1914, grazie a Lansing, gli inizi della sua politica interventista. Sia l'autorizzazione dei prestiti all'estero che quella di esportazione, di materiale bellico, infatti, favorivano obiettivamente ben più gli Alleati che non i loro avversari. In verità, a parte il pacifismo apodittico di Bryan, la posizione di Lansing appare ben più complessa di quella di Wilson, sulla base di un intelligente nazionalismo. Lansing vede acutamente la possibilità di una coalizione russo-tedesconipponica a base autoritaria e di espansionismo produttivistico: e, con intuito degno della tradizione diplomatica inglese ottocentesca, individua (e con lui lo House) l'esigenza di stroncare, in questo fronte di futura concorrenza, il supporto più poderoso, e cioè quello tedesco. Si tratta di una politica di potenza, più brutale ma anche più Incida di quella imperniata sulla associazione delle forze da cui Wilson si fece lungamente suggestionare. È tipico della sua mentalità emotiva ed immaginosa il fatto che la spinta decisiva all'intervento gli venisse dal famoso telegramma Zimmermann, una manifestazione, più che di pericolo reale, d'insidia e malafede da parte della Germania: donde il moralistico irrigidimento di Wilson e la sua decisione irrevocabile.
RAFFAELE COLAMETRA
ALFREDO COMANDIMI, Memorie giovanili, a cura e con note di PIEHO ZAMA; Faenza, Società di studi romagnoli, Fratelli Lega, in 8, 1959, pp. XI-145. S. p. La Società di studi romagnoli e gli editori Lega questa proba, aristocratica od
impeccabile industria provinciale tornano a rendersi benemeriti, nell'ambito di una