Rassegna storica del Risorgimento
1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno
<
1961
>
pagina
<
716
>
Libri e periodici
ad esempio, era stata minacciata la Commissione e s*eran fracassati tavoli e s'eran distratte le liste coscrizionarie). C'è da credere, anche se sull'argomento tacciono le carte, che il popolo abbia con trepida gioia nell'intimo, poiché ogni minima dimostrazione esterna era soggetta a feroci sanzioni, accolte le vittorie franco-piemontesi, ma grande senz'altro deve essere stato il suo tripudio quando, passato il Mincio, gli alleati investivano il Quadri-latero e il principe Gerolamo Napoleone con il suo corpo franco-toscano dava il blocco alla fortezza mantovana. Si avvicinava finalmente la libertà da tanto tempo agognata?... ma fu purtroppo breve la speranza. D'improvviso la mattina del 7 luglio, tra l'universale stupore, l'imperatore dei Francesi proponeva la sospensione della lotta; sospensione dopo pochi giorni accettata di buon volere da Francesco Giuseppe, senza attendere l'aiuto promesso dalla Prussia (e di aiuto aveva ben bisogno!) per tema che gli venisse tolto il comando supremo delle armate. Ma, mentre con il trattato di Villafranca, la Lombardia si scoteva dalla schiavitù straniera, Mantova e parte della provincia mantovana vi ripiombavano e ancora per sette anni; sette lunghi anni di attesa angosciosa!
I documenti posteriori, che vanno dall'armistizio alla pace di Zurigo, hanno, a mio avviso, un'importanza singolarissima, perchè mettono in chiara evidenza il comportamento poco sincero dell'Austria, tutto inteso a cercar ogni mezzo, sperando nella facile condiscendenza del Bonaparte, per allargare la zona d'influenza assegnatale dal trattato di Villa-franca e a considerare con la massima disinvoltura come zona di propria competenza la zona neutra, temporaneamente amministrala, secondo le intese, dal Piemonte. A norma della convenzione del luglio il confine delle guarnigioni imperiali tedesche doveva partire dall'estremo raggio della fortezza di Peschiera in linea retta lungo il Mincio fino alle Grazie e di là per Scorzando e Luzzara sino alle antiche frontiere, restando però sempre la linea di demarcazione sulla riva diritta del fiume. Ma quel che sommamente premeva all'Austria era di assicurarsi la difesa della città di Mantova, ciò che soltanto sarebbe stato possibile ottenendo la Linea dritta lungo il Mincio oppure tenendo occupata la riva destra con un più ampio territorio intorno a Peschiera. Le richieste per un accomodamento tra le due parti furono insistenti senza per altro che nulla l'Austria abbia ottenuto, benché fosse disposta a cedere in compenso altre località della sua zona. Quella neutra comprendeva all'incirca i mandamenti di Castiglione, Asola, Viadana, Gonzaga e Revere; e dal 27 luglio vi fungeva da regio commissario, investito delle finizioni politico-amministrative contemplate dal R. D. 8 giugno 1859, Giuseppe Finsi, il congiurato di Belfiore, amnistiato nel '52 dalla pena di 16 anni di carcere duro. Ma il Culoz non volle mai assolutamente riconoscerne l'autorità, e Un certo sig. Finzi che si sottoscrive per R. Commissario straordinario e che io non riconosco per tale son le solite espressioni che egli usava nelle risposte ai rapporti delle varie deputazioni provinciali, dichiarando che egli riceveva rapporti dalle sole autorità comunali. E frequenti furono, nel territorio amministrato dal Finzi, le incursioni di truppe austriache o di truppe assoldate dal duca di Modena, il quale aveva chiesto asilo al comandante della fortezza di Mantova dopo la fuga dai suoi territori; frequenti le estorsioni dei soldati, gli otti aggressivi, le imposizioni arbitrario e violente di contributi ai cittadini; frequenti i passaggi di gendarmi che prendevano alloggio nei quartieri comunali asserendo di aver avuto l'ordine dai loro superiori di riprendere servizio come prima della guerra. Si addivenne talvolta anche a scaramuccio tra soldatesche austriache e le guardie nazionali che il Fina sin dai primi giorni dell'assunzione dell'incarico cui era stato preposto aveva istituite nei rispettivi mandamenti. Compito greve fu indubbiamente il suo, che però, e vada detto a suo merito, egli seppe assolvere con energia e senza titubanze, con la consapevolezza piena del suo dovere.
Le ultime pagine del volume riportano rapporti giornalieri' verso la fine del '59, cioè dopo la pace di Zurigo, degli agenti di polizia, che denunciano come avvenimenti notevoli di crimini il ritrovamento notturno di fogli volanti (antipolitici) a stampa, in Mantova o nel territorio mantovano, tornato in gran parte in assoluto potere dell'Austria, con iscrizioni antipolitiche di via i Tedeschi o Per la morte dei Tedeschi o di Evviva a Vittorio Emanuele, nostro legittimo Re. Sono il segno evidente che l'oppressione austriaca, che dal novembre del '59 in poi deve essersi indubbiamente
7-16