Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <720>
immagine non disponibile

720 Libri e periodici
V economia italiana dal 1861 al 1961. Studi nel I Centenario dell'unità d'Italia (Biblioteca di Economia e storia); Milano, Giuffrè 1961, in 8, pp. 915. L. 6.000.
La rivista Economia e stòrta ha voluto partecipare con una pubblicazione miscel­lanea alle rievocazioni dei cento anni di unità nazionale; e di una miscellanea curata da venticinque autori, specialisti nelle diverse discipline economiche ed ausiliarie, altro non si può tentare che una segnalazione molto generale, tanto più in quanto anche il Fanfani, nella presentazione, non ha creduto opportuno stabilire da parte sua un bilancio di quegli studi particolari.
Merita menzione, peraltro, già il criterio con cui sono stati ordinati i contributi, e il posto che rispettivamente è stato conferito ai diversi problemi. Dopo un excursus di Gino Barbieri sul pensiero economico italiano, si dà subito notevole spazio, per esempio, ai fatti demografici di questi cento anni, rielaborati dal Livi, dal Boldrini, dal De Madda­lena con un approfondimento che ci pare ricco di conclusioni anche nuove. Meno nuovo forse il disegno che fornisce il Tremelloni intorno all'andamento dell'industria, in quanto ai tratta in sostanza di studi di cui l'Autore già aveva dato conto in passato. E insuffi­ciente a parer nostro l'attenzione critica dell'Acerbo nella utilizzazione di materiali, sta­tistiche e inchieste elaborate in anni lontani, le quali debbono ormai essere interamente scomposte e ricomposte con criteri moderni prima di essere prese a base dei lineamenti di una storia dell'agricoltura. Di qui poi si procede con una serie di monografie dedicate a singoli settori (A. Sapori, A. Petino, C. Ciano, V. Franchini, C. VannuteOi, G. Geremia), a economie regionali (L. Dal Pane, M. Abratc), a problemi finanziari e monetari (G. Taglia-carne, G. Dell'Amore, G. Luzzatto, P. Baffi, C. Arena). Fra i saggi di notevole impegno, che ripercorrono tutto lo scorcio di un secolo, ricorderemo inoltre quelli del Talamona sul­l'andamento ciclico negli investimenti per abitazioni, del Barbieri su alcuni tratti dinamici e strutturali dello sviluppo, del Saraceno sulla mancata unificazione economica dell'Ita­lia dopo cento anni.
Raccolte di studi come la presente suggeriscono inevitabilmente rilievi su disegua-glianze di livello, su lacune, su altri argomenti che si sarebbe desiderato veder considerati. Noi non ci lasceremo andare, in sede di succinta presentazione dell'opera, a cosi facili osservazioni. Ci si permetta però di esprimere dubbi sui due repertori che chiudono il volume. H primo, di S. Pirrani, sulla legislazione economico-sociale a partire dal 1861, finisce per perdere gran parte dell'utilità per il fatto che esclude tutti quei progetti che non si trasformarono in legge, ma che pur darebbero un'idea dell'effettivo dibattito economico n regime parlamentare, e per il fatto che non può tener conto, ovviamente, di provvedi menti anche importanti che ebbero, come spesso accade, la sola sanzione di questo o di quel dicastero. L'altro, carato da M. R. Caroselli, rappresenta una specie di grande sche­dario delle pubblicazioni di storia dell'economia italiana, messo una volta per tutte a nostra disposizione. Ma, ci chiediamo, non è tempo che in luogo di così lunghi e scarni repertori, nei quali all'interno di uno schema di ripartizioni di massima sono collocati in puro ordine alfabetico d'autore le varie opere, si passi a bibliografie ragionale, dove si distingua fra ciò che è semplice fonte documentaria e ciò che ha pretese critiche, si indi­chino i lavori che si servono di materiale nuovo dai semplici rifacimenti o dai fogli d'occa­sione, si suggerisca insomma una selezione della materia? Si sa che lo storico dell'età con­temporanea, per l'economia non meno che per la politico, ha da fare i conti innanzitutto con la mole eccessiva dei materiali: non crediamo che sia chieder troppo ai benemeriti -curatori di siffatte bibliografie, se si attende da loro anche quella prima sistemazione e valutazione delle opere schedate che serva du vera e propria introduzione a uno studio.
ALBERTO CARACCIOLO