Rassegna storica del Risorgimento

1857 ; BON COMPAGNI CARLO ; RATTAZZI URBANO ; CAVOUR, CAMILLO B
anno <1961>   pagina <723>
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Libri e periodici 723
reale dèlie forze in gioco. Così, ad esempio, Oriani, che pure ha avuto parole che son parse profetiche sul futuro dell'allora nascente democrazia cristiana, non mostra di aver compreso il dramma del movimento cattolico agli inizi del secolo, l'importanza determinante degli eventi maturati in quegli anni. Egli, che invoca per la democrazia cristiana una più salda radice e ispirazione religiosa, plaude alla svolta clericomoderata, segnata dalla prima partecipazione dei cattolici alle elezioni politiche, in nome della auspicata riconciliazione della coscienza religiosa con la coscienza nazionale, e non sembra intenderne i limiti, anche sul piano religioso.
Al Iato opposto, di fronte al movimento socialista e popolare, egli resta, ci sembra, in un atteggiamento di incomprensione determinata da una mentalità fondamen­talmente paternalistica, senza intendere, come osserva acutamente il Manzotti, l'intimo dramma dei capi socialisti, divisi tra una alta ispirazione morale e politica e l'esigenza di far presa su masse immature con argomenti ben concreti e materiali.
Ciò non toglie ch'egli abbia rivolto agli uni e agli altri, a cattolici e socialisti, moniti presaghi e rimproveri spesso fondati, mail suo pensiero, il suo giudizio non aderisce sem­pre alla realtà; Oriani confonde spesso i personaggi reali con le figure che dominano il suo dramma interiore, abbaglio favorito del resto dal suo isolamento e dall'esasperato indivi­dualismo. Perciò i suoi atteggiamenti appaiono talvolta moralistici, non nel senso più positivo in cui l'espressione è assunta nel saggio ricordato del Vinciguerra, ma nel senso deteriore del far troppo credito alle parole, senza verificarne il preciso riscontro nella realtà delle cose. L'impresa eritrea o la politica crispina rispondono a parole agli ideali di missione africana o di Stato forte da Oriani propugnati ed egli se ne entusiasma, bolla con parole di fuoco l'opposizione dell'Estrema fondata invece su una più lucida intuizione del signi­ficato di quella politica schernisce il sentimentalismo di chi compiange i dolori e le pri­vazioni dei soldati in Africa, e non intende il senso reazionario della politica crispina, contrastante con il suo ideale, di derivazione mazziniana, di nazionalità democratica e popolare.
In questo senso la ricerca dei due studiosi, anche se essi evitano di formulare conclu­sioni generali, apre, a nostro avviso, una via nuova più concreta e costruttiva per chiarire il tanto dibattuto problema Oriani . Nei suoi scritti si trova un po' di tutto e questo spiega le diverse e contrastanti appropriazioni del suo nome tutte fondate e tutte in certo senso indebite ; sulle sue pagine si colgono intuizioni illuminanti, ma la verifica condotta sui suoi atteggiamenti concreti sembra confermare le riserve già formulate a proposito della sua opera da numerosi critici: di una intelligenza largamente soggetta a impulsi e intuizioni parziali, di uno spirito torbido e inquieto, sensibile al suono delle parole ma non sempre obbediente alla disciplina e alla scuola della realtà.
È vero, le matrici della formazione di Oriani, la tradizione mazziniana da un lato l'eredità della Destra dall'altro, rendono illecita l'appropriazione che del suo nome ha fatto il fascismo, la sua esaltazione dell'uomo forte non implica, come avverte il Torre, l'auspicio del dittatore (p. 53), il suo concetto di missione africana è diverso dall'imperialismo nazio­nalista, ma i suoi atteggiamenti declamatori, il culto delle parole sonanti, a preferenza dei concetti precisi, il gusto delle intuizioni frammentarie elevate a principi, dei paradossi e delle contraddizioni esasperate, insomma l'indulgenza alla evasione dalla realtà sono i segni di un costume, non certo suo esclusivo, che non poco ha contribuito all'avventura del primo dopoguerra. terno SCOPPOLA