Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
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1919
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La Società Pro Patria e il suo tempo 27
istituzione di scuole serali con il tedesco come lingua d'insegnamento, e a qualche comune erano offerti anche i mezzi materiali per la istituzione di tali scuole, e numerosi sedicenti touristi austro-tedeschi I scorrazzavano di continuo la regione, accompagnati spesso da giovani impiegati politici, accostando gendarmi e persone nazionalmente sospette.
Si era quindi venuti nella convinzione che in questa parte del paese trentino, costituita da circa trenta comuni con 32,000 abitanti, si tentasse effettivamente l'applicazione di un piano organico di germanizzazione, o per lo meno di morale pervertimento, che se non poteva corrispondere alle ideali finalità sognate dagli agitatori pantedeschi, avrebbe però segnato un grave pericolo alla integrità della lingua, e certo un regresso del pensiero nazionale. Si aggiunga ancora che avendo la Deputazione trentina presentata in quel tempo alla Dieta di Innsbruek formale domanda per la divisione della prò--Fineia, i giornali tirolesi, a confutazione della proposta, impugnavano assieme ai soliti argomenti anche l'assoluta italianità del territorio trentino pel fatto che, in una parte dei distretti di Givezzano, di Pergine, di Levico e di Rovereto, la popolazione era di origine tedesca, e che in questi luoghi si parlava ancora la lingua, o se ne desiderava l'adozione come lingua materna.
Era del resto freschissima la memoria delle note dichiarazioni del ministro della pubblica istruzione al deputato D. Lorenzoni al Consiglio dell'Impero, che l'introduzione della lingua tedesca nel Trentino corrispondeva a un sentito bisogno della popolazione . Pretesto alla germanizzazione o al deturpamento nazionale di questo territorio, che i tedeschi si ostinavano in quel tempo a chiamare paese misto, era la permanenza di un sovrapposto dialetto tedesco nei cinque comuni di Frassilongo, Fierozzo, S. Francesco, S. Felice e Palù nella valle del Fèrslna, con un complesso di 4300 abitanti che per essere insaccati profondamente nella cieca valle, non potevano costituire un pericolo all'italianità assiepata sulla sua bocca e una confusa parlata italo-tedesca, detta slamdrot, usata nel comune di Lu-serna e in S. Sebastiano, frazione del comune di Folgaria, da un complesso di altri 2,000 abitanti. Ogni altra traccia di dialetti tedeschi era ormai scomparsa dalla lingua volgare della popolazione dell'altopiano o delle finitime valli di Terragnolo e di Vallarsa, ed era rimasta soltanto nelle indicazioni di alcuni cognomi e di qualche località.
A ragione il paese quindi imponeva senza diversità di opinioni ehe fosse soppresso prima di ogni altra cosa questo indecente pretesto, che era diventato arma contro le aspirazioni separatiste del paese, un'onta alla sua verginità nazionale, un'atroce offesa al sen-