Rassegna storica del Risorgimento

INGHILTERRA ; MAZZINI GIUSEPPE ; MEREDITH GEORGE
anno <1962>   pagina <3>
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FONTI E MEMORIE
MAZZINI E LA VITTORIA DI MEREDITH
Solo una volta George Meredith si provò formalmente a ricreare la storia. Il suo romanzo Vittoria, pubblicato per la prima volta a puntate nella Fortnigktly Revieto dal 15 gennaio al 1 dicembre 1866, ristampato e pubblicato come libro nel 1867, è un interessante contrapposizione ai dettagli storici e di finzione poetica, sul Risorgimento e, in particolare, sulle Cinque Giornate di Milano. *) Poiché l'opera è stata concepita e scritta quando si delineava il ruolo politico dell'Inghilterra nell'unificazione ita­liana, Vittoria ci offre anche utili indicazioni per scoprire quello che uno scrittore inglese pensava della sua epoca. La scelta di un'eroina poco fem­minile, aggressiva, il cui coraggio la getta nel cuore della cospirazione repubblicana, fornisce il modello della lunga serie successiva di eroine del Meredith. La sua coscienziosa preparazione del materiale, i suoi riferi­menti a volte trasparenti e troppo diretti alla vita reale, investono il suo libro di una viva attualità che viene a toccare anche qualcuno degli inso­luti conflitti della vita. Si è spesso detto che Vittoria offre il migliore ri­tratto di Mazzini delineato da uno scrittore inglese. In verità, esaminando la scarsa critica esistente sul romanzo, uno studioso potrebbe avere l'im­pressione che Vittoria si concentri soprattutto sulle attività di Mazzini e su niente altro. Ma non è così. La base è molto più larga. L'interessante schiera di personaggi i cui motivi, metodi e ideali si scontrano in questo romanzo, si basa su una realtà molto complessa, che riflette non solo i mesi prima e dopo i giorni critici del marzo 1848, ma anche lo svolgersi degli avvenimenti in Inghilterra e in Italia fino al momento nel quale Meredith scrisse. Per giungere a questa realtà lo scrittore attinse a diverse fonti. In questo studio mi interessa soprattutto esplorarne alcune, per giungere specialmente a vedere perchè queste fonti condussero il roman­ziere a dipingere acuti conflitti negli atteggiamenti dell'eroina, e cercare di comprendere Vittoria, come l'opera di un autore la cui dichiarata dottrina estetica consisteva nel porre a base della sua finzione la realtà del fatto:
Fra realismo e idealismo [scriveva nel 1864 aW'amico Jessop mentre era impegnato in Vittoria] non c'è alcun conflitto naturale... Il realismo è la base di una buona composizione', esso implica studio, osservazione, capa"
1) GEORGE MEBEDITB, Vittoria, in Work (Memoriu.1 Editimi), voi. VII o Vili, New York, Charles ScrJbenr*a Sons, 1910. Le ciluzìoni saranno tratto da questa edizione.