Rassegna storica del Risorgimento
INGHILTERRA ; MAZZINI GIUSEPPE ; MEREDITH GEORGE
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1962
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Manzini e la Vittoria di Meredith
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per la fine dell'autunno Il 12 luglio, nel mezzo dei preparativi di nozze, Meredith disse alla famiglia Hardman che il nuovo romanzo (Vittoria) andava a gonfie vele.2) Questo è il primo concreto riferimento nelle lettere al cambiamento del titolo del romanzo. Perchè Meredith ritenne opportuno dare ancora un terzo nome alla sua eroina? Nel marzo 1864, l'amicizia con Mazzini costrinse Stansfeld a dimettersi da Junior Lord dell'Ammiragliato nel governo Palmerston. Mazzini aveva usato i suoi indirizzi, come quelli di altri membri dell'Ashurst Clan per venti anni, per ricevere la posta sotto vari pseudonimi. Queste dimissioni fecero molto clamore ed è evidente, da fuggevoli menzioni nella corrispondenza, che Meredith, la cui simpatia andava a Stansfeld, ne fu interessato. Si può, perciò, ritenere che Meredith volesse coprire la vera condotta mazziniana dando alla sua eroina, in Italia, un nome falso. Ma perchè quello di Vittoria? Mi par chiaro che, quando Meredith cambiò la sua concezione dell'eroina, sviluppandone il carattere e dandole profondità, fece non celato uso di particolari della vita (che egli avrebbe potuto apprendere e forse veramente apprese sul Lago di Como) della principessa Cristina Belgioioso Trivulzio, la cui madre si chiamava Vittoria.3) Meredith, sempre pronto a cogliere un dettaglio realistico, non dimenticò, probabilmente, dopo la sua visita, questo nome, specialmente adatto a un'eroina rivoluzionaria italiana appassionatamente devota alla sua causa.
Nell'intervallo tra i pruni mesi del 1865 e il compimento di Vittoria, Meredith oifrrì quello che era già stato scritto a Henry Lcwes, direttore della Fortnightly Review, che fu colpito dalla storia e la giudicò la miglior opera di Meredith. *) Poiché le opere precedenti di Meredith non avevano avuto successo, egli cominciò ora ad aver fiducia in una migliore accoglienza per quest'ultima. Lewes decise di far apparire la storia a puntate, e Meredith si affrettò a finirla per i primi mesi del 1866. Verso la fine del 1865 scrisse da Kingston al suo amico Maxse che pensava di aver dato al libro un carattere troppo storico: Credo che uno debba quasi amare l'Italia per interessarsi ad esso e alla sua eroina. Ci sono delle parti che ti avvinceranno: tanta avventura da divertirti, bocconcini delicati e scene forti,. Ma non c'è tenera dissensione ... . s) Poco dopo di nuovo a Maxse: Io tento, studiandola, di rappresentare l'umanità, non la sua azione morbosa. Ho una tendenza a far questo, che reprimo, poiché non c'è vantaggio a delinearla. In tutte le mie opere, in verità manchevoli, c'è questo fine.
J) Works, XXVIH, p. 146.
2) Works, XXVIII, pp. 152-153.
3) RAFFAELLO BAHBIERA, La Principessa Bdgiaioso, Milano, 1930. *) Works, XXVIII, p. 169.
Ibi*.