Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <30>
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A. Salterelli
mia vita e da cui ebbi la parte più cara dell'anima mia - nella città ove ho avuto la gioia di assistere al risveglio dello spirito nazionale per opera di egregi cittadini fra cui - per non offendere la modestia dei viventi - ricordo i defunti Hermet, De Rin, Angeli e il mio indi­menticabile maestro ed amico Arrigo Hortis. l
Più per benevolenza di amici che per propri meriti elevato al duplice onore di capo del Chtb trentino nel Parlamento, e di presi­dente del Comitato promotore della società Pro Patria, nell'una e nell'altra veste mando un fraterno saluto alla cara città di Trieste, ed a coloro che oggi si nniscono sotto il santo vessillo della Patria .
L'insediamento della Pro Pastoia a Trieste fu circondato da quella esteriore pompa di solennità, colla quale il forte e vibrante civismo triestino è solito di adornare le grandi manifestazioni patriot­tiche. La costituzione del suo gruppo era soprattutto dovuta a nobi­lissimo senso di altruismo, per soccorrere possentemente l'italianità della Venezia Giulia oppressa e soffocata dal brutale investimento della razza slava, che il Governo cacciava innanzi artificialmente, gio­vandosi di ogni sorta di provvedimenti legislativi ed economici. Trieste invece nutriva scarsi timori per se stessa. Raccolta in una ricca e grande metropoli, ove la civiltà italica, assunta a fastigio poderosis­simo, sgretolava e assimilava ogni altra nazionalità, godendo i bene­fìci dell'autonomia amministrativa e politica, governata da uomini nei quali l'ardente e puro patriottismo era retaggio famigliare, Trieste sapeva ben provvedere da sé alla propria salvezza - ma non era cosi della vicina Istria e del Goriziano, Provincie essenzialmente agricole, ove i servi della latinità, cresciuti di numero e di arroganza, armati ed eccitati dal Governo, battevano insolentemente alle porte dei glo­riosi, ma inermi municipi latini. All'altissimo ufficio del gruppo trie­stino di erigersi paladino della oppressa italianità sulte sponde del­l'Adriatico, alludevano le parole del roveretano dr. GofLer, il futuro direttore del gruppo:
Te felice, Trieste, che hai chi ti difende e sai proteggere da te la tua nazionalità - ma perciò appunto ti incombe il dovere di sten­dere la tua mano soccorritrice ai fratelli che sono minacciati e di aiutarli. Troverai cosi il plauso di tutti e contribuirai a che la Pro Patria estenda la sua azione oltre i ristretti confini delle Alpi ove nacque .
I dirigenti del gruppo furono scelti tra le persone che recavano i nomi più eletti del patriottismo triestino : Giorgio Piccoli, Attilio
1 Padre ài Attilio.