Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <26>
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Pia Onnis Rosa
storie del Risorgimento, lo fa giganteggiale nello sfondo di un grandioso scenario senza però mai avvicinarlo alla ribalta in contorni definiti, in un'azione concreta, Egli stesso, eternamente proscritto, dopo la condanna che lo lasciò sopravvivere al Baheuf e che dopo anni di prigione fu commutata in confino sorvegliato, si nascose in un alone di mistero; i cauti procedimenti delle società segrete ci privano di una documentazione organica sul loro modo di procedere nell'azione, mentre i rapporti di polizia sono malfidi o mancanti per certi periodi. l) Soltanto i moderni studi, per quanto riguarda il Buonarroti nel Risorgimento, hanno dato un notevole contributo alla possibilità di sfrondare la realtà dalla leggenda e di trarre qualche conclusione, sebbene molti dati restino ancora oscuri o incerti.
La memoria delle generazioni successive non corrispose alla rappresenta­zione che del Buonarroti ci diedero i contemporanei, impegnati nelle lotte poli­tiche, e il suo nome cadde in Italia nell'oscurità, anche presso la gente colta. La biografia del RomanoCatania, primo lavoro documentato sul nostro, pub­blicata nel 1898 e poi ampliata nel 1902, con gli aggiornamenti richiesti dagli studi del Weill, comparsi nella Revue historique del 1901, non ebbe che una fievole eco, persistendo nel tono agiografico: debbo però ricordare una recensione del Rodolico con moderni criteri di interpretazione.2) D'altra parte, dichiaratasi in Italia la questione sociale, con l'interesse per il socialismo e le sue origini, si rivelò accanto al profeta della Patria, l'amico del Robespierre e del Babeuf: nomi evocanti per la cultura borghese soltanto ferocia e sangue ai fini di un temuto sovvertimento. Un tenebroso artefice di massonici intrighi, un bieco maniaco sanguinario diventa il Buonarroti nelle pagine del Lindo sulla Masso­neria e il Risorgimento italiano. E posto che la Massoneria fu estranea, anzi dannosa al Risorgimento è la tesi del Luzio estranea e dannosa, o poco rilevante, fa l'azione del Buonarroti (considerata del resto a torto come masso­nica) nella preparazione dei moti italiani.3)
E ancora: senza tener conto delle invettive reazionarie che dal Barraci al Rinieri investirono in genere gli spiriti rivoluzionari, il Buonarroti subì ima cattiva stampa per riflesso dell'avversione in cui lo ehbe il Mazzini, costretto
del Risorgimento italiano, Roma, 1883 (la pagina relativa al Buonarroti è riportata dal SAETTA in Note e asterischi, in Movimento operaio, 1954, luglio-agosto, p. 620); T. DANDOLO, Ricordi, Assisi, 1868, p. 53; T. MAMIANI, Parigi or fa 50 anni, in Nuova Antologia, 15 otto* bre 1881, p. 586; DE CASTBO, Ricordi autobiografici del march. Benigno Bossi) in Archivio storico lombardo, 1890, p. 929; 6. ROMANO CATANIA, cit., che riferisce i ricordi di G. Fran-einetti; F. Bouis, Buonarroti nei ricordi di un democratico francese, in Movimento operaio* dicembre 1956, pp. 887-918.
K! Le serie F" 1 nell'Archivio nazionale di Parigi Bono rare e mancano per il periodo della monarchia di Luglio. Una tradizione vuole ohe sotto il Secondo Impero queste carte siano state distrutte per sgombrare qualche scaffale (SCHMIDT, Sources de Fhistoire de France dono le Archives Nationales).
. Nw Rorwuco, Recensione alFedizioiie del 1902 del Romano-Catania in Archivio storico italiano, 1905, p. 476: L'ideale repubblicano del Mazzini sembra ormai perdersi nella lontananza assai più- di quello del vecchio Buonarroti che metteva in necessario rapporto ogni forma politica alla sociale ,
s) A. Luzio, La Massoneria e il Risorgimento, Bologna, 1925, particolarmente U libro III. Tedi anche G. GALLA VHESI, Da Sanfarosa a Cavour, Milano, 1924, p. 33 ( F. Buonarroti e il suo biografo Paul Robiquet),