Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <31>
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La Società Pro Patria e il suo tempo 31
Hortis, Vincenzo Miagostovic, Pietro Sandrini, Cesare Combi, oltre ai due trentini Antonio Cofler e Alfonso Costa, dei quali il primo per squisito omaggio al Trentino, venne chiamato all'ufficio di direttore, il secondo di segretario del gruppo. Il giorno li luglio, quando il nu­mero dei soci era salito da 300 a 2000, la direzione si completava coi fulgidi nomi di Felice Venezian e di Luigi Cambon, quali rappresen­tanti alle assemblee generali, e ad essi si vollero ancora aggiungere i trentini Cesare Cristofolini e Ulderico Plancher.
Trieste aveva parlato a nome della italianità raccolta su la op­posta sponda dell'Adriatico, e questa rispondeva premurosa e accla­mante collo schierarsi subito attorno ai gruppi di Grisignana, Por­tole, Verteneglio, Orsera, Parenzo, Gorizia, Buje, Pola, Monfalcone, Capodistria e Dignano, che la direzione del gruppo di Trieste, a ciò ufficiata dal Comitato promotore di Rovereto, andava inaugurando mediante l'opera di propri delegati, dando cosi luogo a un continuo susseguirsi di corninoventissimi spettacoli di amore filiale verso la Nazione.
E dopo Trieste la Dalmazia si presentava implorante di essere accolta sotto il comune vessillo della Patria. Sì, venite tutti, abbiamo risposto da Rovereto ai patriotti supplichevoli di Spalato, e ci rag­giungano con voi quanti lungo la costa e sulle isole si sentono fieri del nome italiano. Ed ecco Zara, che a suo schermo aveva eretto al­cuni mesi prima la società nazionale Gharitas dichiarare, che essa era, ove si trovavano gli altri italiani, e che la sua Charitas si sa­rebbe chiamata Pro Patria. Ecco dalle isole, dai seni coronati dalle vestigia degli archi romani, o vigilati dal leone veneto, levarsi ad una ad una le voci italiche, e quello che si chiamava : un popol disperso che nome non ha affermare solennemente in mezzo allo stra­zio delle anime e delle sue memorie, la comune origine gloriosa e la volontà di combattere e di vivere.
Ormai erano stati costituiti 56 gruppi locali, dei quali 44 nel Tren­tino con circa 8000 soci, 13 nelle Provincie adriatiche con 6000 soci; altri erano in formazione specialmente nell'Istria e nella Dalmazia,
Era quindi più che assicurato il successo della adunanza gene­rale, che a norma dello statuto doveva essere costituita dai delegati dei singoli gruppi locali, nella quale avrebbe dovuto essere fatta la nomina della Direzione Centrale e prese eventuali disposizioni per l'inizio della attività sociale.