Rassegna storica del Risorgimento
BUONARROTI FILIPPO
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1962
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28
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Pia Onnis Rosa
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Se è pacifico ormai che il Risorgimento italiano fa parte nei suoi inizi di quel vasto movimento dei popoli verso la libertà e verso nuovi istituzioni politiche e civili che, preparato dal movimento intellettuale e riformatore del Settecento, prese impulso dalla rivoluzione francese e dalla sua espansione in Europa, la partecipazione del Buonarroti, immancàbilmente vecchio nella tradizione risorgimentale, risale alla sua gioventù, quando, aderendo entusiasticamente a quella rivoluzione che applicava i principi di cui si era innamorato negli ambienti più progressivi della nativa Toscana (Università di Pisa, dove si addottorò in legge, e probabilmente riunioni massoniche, allora in voga) ne sperò come conseguenza la liberazione dell'Italia dai tiranni e istituzioni analoghe a quelle che andavano fondandosi in Francia. Sulla sua azione italiana tra il 1789 e il 1796 cerchiamo qui di fissare, allo stato attuale delle ricerche, quanto ci è noto e quanto resta da precisare o provare.
La Rivoluzione aveva segnato i limiti invalicabili delle riforme volgendo anche i governi illuminati al sospetto e alla reazione. Così il cavaliere Filippo Buonarroti, nipote del ministro anticurialista di Cosimo III dello stesso nome, che aveva rinunciato alle carriere aperte ai primogeniti di famiglie nobili per darsi invece al giornalismo e al commercio di libri francesi, si attirò visite e sequestri dalla polizia toscana e perdette il suo impiego di <e estensore della Gazzetta universale di Livorno1) perchè vi si ostinava a parlare con troppa libertà del sistema francese. Verso la fine del 1789 si trasferì dunque in Corsica, continuando, però, a mandare corrispondenze alla Gazzetta e assumendo sotto altro nome la direzione del Giornale patriottico ài Corsica, di cui ignoriamo le circostanze della fondazione. È il primo giornale rivoluzionario scritto in italiano: riportava il notiziario degli avvenimenti francesi e i comunicati dell'amministrazione dell'isola, ma non pare riveli alcun atteggiamento personale e che si scosti dal tono ufficiale dell'informazione e della propaganda. Il Buonarroti provvide a farlo passare clandestinamente in Toscana.2) Gli antichi biografi3) parlano anche di un giornale democratico pubblicato già nel 1787, cioè quando il Buonarroti, dal quale provenne loro questa notizia, era ancora in Toscana: non può quindi
') Mi riferisco, quando non vi sia diversa indicazione, per le notizie riguardanti il Buonarroti in Corsica e i rapporti con la Toscana, agli studi di ERSILIO MICHEL su F. Buonarroti e il governo toscano, in Archivio storico di Corsica, 1929, n. 1, e Vicende di F. B. in Corsica (1789-1794), Ibid., 1933, n. 4, con un'appendice di documenti.
2) Una raccolta dei numeri di questo giornale si trova presso la Biblioteca Feltrinelli
di Milano.
a) TabU alphabétique du u Monitour y>, depuis 1787 jusqu'à Fan 8 (1799); Biographie des hommes vivants, Paris 1816, voi I; Biographie Nouvelle des contemporains, 1821, t. Ili (ARNÀUXT); Biographie universelle et probative des contemporains, 1834,1 (RUBBB); Lo National, 19 sept. 1837 (relazione dei funerali con discorso di U. TRÉLAT, riprodotto in Le Radicai di Bruxelles, 24 Bcptembro 1837); HAURÉÀU, Philippe Buonarroti, in Journal du Pcuplc, 1 octobre 1837; U. T. (TIIIÌLAT), P. Buonarroti, in Almanach Populaire de la Franco, 1838, p. 87; Biographie Universelle, 1843 (Thoisnin Daplace), articolo di DUROZOIH; Biographie generala, 1853 (Umor).
Si aggiungano tra i contemporanei -A. AwuRYANB, che scrisse largamente sul Buonarroti in: Mómoires d'un prisonnier aVJStat, ck. e il Direttore BAIIRB, che pure ripeto notizie biografiche molto inesatte in Mémoires, Paris, 1844, IV, pp. 91-93.