Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <29>
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 29
trattarsi che della citata Gozzetta universale, diretta dall'abate Vincenzo Piombi, cui la collaborazione del giovane avvocato diede per qualche tempo un indirizzo democratico. Parecchi ancora accennano a un Amico della libertà italiana, pubblicato in Corsica; ma non ce ne è rimasta alcuna traccia, a meno che il Buonarroti chiamasse amico della libertà italiana appunto quel Giornale pa~ triottico che additava l'esempio della Francia ai retrivi governi italiani. Associan­dosi nel 1791 con un Antonio Riccoinini, lucchese, per fondare ima stamperia in Bastia, egli ebbe probabilmente di mira la resurrezione del Giornale patriottico che aveva cessato di pubblicarsi alla metà di novembre del 1790; ma l'impresa non ebbe attuazione. Non si stancò poi dal raccomandare al governo di promuo­vere la redazione di giornali italiani da diffondere in Corsica per mezzo di abbo­namenti (non di agenti francesi che passerebbero per adulatori o istrumenti ). Ma l'attività giornalistica, quella per coi forse sentiva la più profonda vocazione, non potè più prestarsi alla propaganda in Italia. Delle notizie e articoli che egli ancora mandava all'abate Piombi, veniva fatto un uso troppo prudente nella Gazzetta ed egli se ne amareggiava sdegnato. In Toscana comunque egli riuscì a far passare copie del Giornale patriottico e del discorso con cui accolse Pasquale Paoli al suo arrivo in Bastia il 17 luglio del 1790, discorso in cui diceva di farsi interprete dei voti dei Toscani nell'onorare l'eroe come precursore della rivo­luzione nell'isola e nell'auspicare il giorno in cui la Toscana avrebbe appreso dalla Corsica le nuove leggi. Il discorso stampato, che si vendeva a Livorno, gli valse il bando dal granducato. ')
Durante la sua amministrazione del territorio di Oneglia, occupato dai Francesi nel 1794, dovette servirsi della stamperia di Forte d'Ercole (Mentono) non riuscendo neppure allora ad averne una propria, per un bollettino decadano, un catechismo e altri testi compilati dai suoi collaboratori, che faceva diffondere oltre il confine della contea e venivano segnalati dalle autorità piemontesi. Anzi egli affermava, richiedendo esemplari della Costituzione in italiano: Questi scritti preziosi circolano con rapidità nel territorio e io mi affretto a diffonderli in tutta la superficie dell'Italia dove certo produrranno del bene . Il progetto di un giornale rivolto al popolo per combatterne i pregiudizi e fargli conoscere i benefici della Rivoluzione tornò a sorridergli allora per l'iniziativa di un membro della Commissione di Sorveglianza, Robert: Questo giornale, scriveva nelle istruzioni al Robert, dovrebbe aver di mira la rivoluzione dell'Italia, infiammando il cuore degli uomini del fuoco sacro della libertà che trasforma gli schiavi in eroi .2) Ma il progetto non ebbe il tempo di attuarsi.
Oltre che a mezzo della stampa il Buonarroti ebbe a cuore l'educazione popolare prodigandosi in Corsica nelle Società popolari e d'istruzione,s) invo-
') Il testo del discorso è interamente riprodotto dal Michel in Filippo Buonarroti e il governo toscano, cit.
zl P. ONNIS, Filippo Buonarroti commissario rivoluzionario a Oneglia nel 1794-95, Nuova rivista storica, 1939, IV-V, pp. 353-379 e 477-500. Il Robert firmò col Botta la petizione ai Cinquecento presentata dal deputato Briot il 1 agosto 1799: v. B. PERONI, Le cri de VItalie, in Quaderni della Rivista Storica Italiana, Napoli 1955.
3) Da Bastia, il 27 marzo 1791, il Buonarroti spiega all'abate Piombi in che consi­stano le Società Popolana lo stabilimento che più di ogni altro istruisce il popolo di Fran­cia : si uniscono vari cittadini e pubblicamente questionano su' formameli ti della società e su' doveri del cittadino e del Magistrato, dell'amministrazione, del Re, Se un corpo