Rassegna storica del Risorgimento
BUONARROTI FILIPPO
anno
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1962
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pagina
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35
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 35
L'anno terrìbile vide il Buonarroti impegnato in vicende che escludono un'azione in Italia o verso l'Italia, dove proprio allora fiori il movimento eia- cistico. Egli passò gran parte di quell'anno in Francia, dove l'esperienza diretta degli avvenimenti epici e risolutivi della Rivoluzione lo vincolò sempre più alla nazione che si trovava al centro della nuova storia e dalla quale soltanto anche il destino dell'Italia poteva essere determinato. ]) È noto che, ottenuta la cittadinanza francese il 27 maggio,2) si iscrisse al partito giacobino e che senti conformi ai propri ideali morali e civili la parola e l'opera legislativa del Robespierre, mentre la costituzione repubblicana votata alla Convenzione gli apparve Io strumento più adeguato a porre le premesse di una vera eguaglianza.
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È ancora da studiare come si svolse l'attività amministrativa del Buonarroti in Corsica, dove egli diresse, come vedemmo, gli affari concernenti il clero e i suoi beni, durante il periodo in cui sedeva in Francia l'Assemblea legislativa, e dove ottenne poi dal nuovo governo repubblicano, probabilmente a mezzo dei deputati corsi della sua parte eletti alla Convenzione, la carica di Commissario Nazionale presso il Tribunale del distretto di Corte , carica in cui, secondo un certificato del sindaco Arrighi, si distinse per la sua fermezza nell'esecuzione della legge. 3)
Più nota è l'attività politica che si esplicò nel giornalismo, nella Società Amici della Costituzione presieduta dal suo ex condiscepolo Cristoforo Saliceti, poi Amici del Popolo , nel costituire Società Popolari, affinchè il popolo con l'educazione e l'istruzione fosse messo in grado di esercitare effettivamente la sua sovranità e di valutare la giustizia delle nuove leggi, liberandosi dai vecchi pregiudizi. E per mezzo delle Società Popolari fece giungere numerosi
1) Sull'esperienza francese del Buonarroti v. A. GALANTE GABHONE, Buonarroti e Babeuf, cit.; P. ONNIS, F. B., la congiura di Babeuf e il babuvismo, cit; G. SPINI, recensione a D. CANTIMOBI, Giacobini italiani, voi. 1, in Rassegna italica del Risorgimento, 1956, p. 792.
2) Già il 12 febbraio 1792 il Consiglio generale della Corsica decideva di far concedere al Buonarroti la desiderata cittadinanza francese, e la richiesta venne ripetuta 1*11 sett. 1792 in nome: a dei sacrifici e dei rischi da lui incontrati, per cui egli merita sotto ogni riguardo di essere compreso nel numero dei filosofi stranieri che l'Assemblea nazionale ha decorato del titolo di cittadino francese . In Francia egli stesso presentò le proprie benemerenze in un opuscolo intitolato Précis historiqm concemànt Ph. Buonarroti qui se présente à la Convention pour demander un décret de naturalisation, stampato a Parigi senza data, che può trovarsi soltanto al British Museum, F 1120. Suppongo sia il testo del discorso tenuto alla Convenzione per presentare il voto di S. Pietro.
a) Nell'Archivio Nazionale di Parigi consultai i documenti contenuti in f IH (Corse, Correapondance et divere, 1790-1809), in A Fn 94 e 693, ma non trovai che i rapporti di cui si dirà più avanti. Per altri l'ondi in Corsica e Francia v. E. MICHEL, op, cit* e B. PERONI, Fonti per la storia d'Italia dal 1789 al 1815 nell'Archivio Nazionale di Parigi, Roma, 1936. Il Michel cita anche; l'abate LETTKRON, Pièces et doeununts pour servir à Vhistoiro de la Corse pendant la Revolution Francaise, in Bulletin do la Société des scimces historiques et naturelles de la Còrse, X (1890) e A. Attuinosi, Buonarroti et ses vicissitudes en Corse de 1790 à 1793, ibid., 1925. Sulle esperienze del Buonarroti in Corsica v. anche A. GALANTE GABHONE, Buonarroti e Babeuf, cit.