Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
anno
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1919
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pagina
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32
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A, SartorelH
L'adunanza fu indetta a Rovereto il 28 novembre 1886, e ad essa intervennero personalmente 152 delegati, che rappresentavano quasi tutti i gruppi locali sia del Trentino sia delle provincie adriatiche.
L'avvenimento assumeva uno straordinario significato politico, perchè per la prima volta i rappresentanti delle provincie italiane dell'Austria, la cui vita nazionale si era fino allora svolta separatamente e senza vincoli nemmeno di natura morale, si trovavano ora riuniti non soltanto per la sentimentale proclamazione della solidarietà della razza, ma coll'intendimento di fare propria l'offesa da chiunque o in qualsiasi luogo fosse ad essa recata, e di ritorcerla tutti assieme contro ogni sorta di nemici. E mentre il Governo e con esso le altre nazionalità dell'Impero, dovevano essere indotte a scorgere in questo inopinato atteggiamento della italianità l'altissima coscienza dell'essere suo, e il dovere di usarle maggioii riguardi, contemporaneamente veniva richiamata l'attenzione della Nazione sulle sorti ehe si svolgevano non lontano da lei, e che ne toccavano intimamente gli altissimi ideali e gli interessi.
A Rovereto si era pienamente compresi della solennità dell'avvenimento che stava per compiersi, e si sapeva ch'esso era atteso e osservato con altissimo interesse dagli uomini di governo, come dai rappresentanti delle nazionalità slave e tedesche della monarchia, e anche dalla Germania, da ogni sorta di avversari e da pochi amici, e perciò si era voluto conservare alla cerimonia un carattere grave, escludendo gioconde esteriorità, anche se la loro mancanza avesse potuto affievolire apparentemente il dovere dell'ospitalità verso gli ospiti, allo scopo di non ribadire nei nemici della italianità la prevenzione così frequente, ch'essa stesse apparecchiando pretesti di feste e di pompose parole, piuttosto che propositi di opere tenaci
Per queste considerazioni si preferi, come luogo di convegno, al fastoso e capace teatro cittadino la grandiosa aula del palazzo della pubblica istruzione, monumentale edifìcio del settecento, alla quale adduce per ampio porticato un maestoso scalone, e si provvedeva alla sua illuminazione mediante un ricchissimo lampadario che si staccava dalla vòlta del tempio di S. Marco, il veneto patrono della città.
Ma lasciamo la parola al cronista:
Grave, solenne ed improntato di religiosità fu l'aprirsi dell'adunanza. Mentre al di fuori brillavano in tutta la loro pompai raggi di un terso sole di primavera, quivi le tende abbassate immergevano la vecchia maestosa sala in una strana penombra, rotta dalla luce dei ceri il cui splendore frangevasi con fantastici riflessi su quella folla grave e composta a cerimonia santa, sulle gallerie gremite di soci dell'uno e dell'altro sesso, sui ritratti degli avi illustri che parevano esciti