Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <39>
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 39
nell'interno, in cui raccomandava di non fare movimenta popolari mal concertati, di non prestarsi allo provocazioni attirandosi inutilmente persecuzioni, di agire soltanto a colpo sicuro. Se si presenta l'occasione di prendere una piazza ma­rittima o di massacrare due o tremila traditori, siate intraprendenti, coraggiosi e confidate nel genio della Repubblica . Come è noto, gli esuli corsi furono avviati al territorio di Oneglia e vi ebbero posizioni importanti. z)
Nella lista dei deputati della nuova assemblea, che la congiura di Babeuf intendeva creare dopo il suo colpo di stato contro il Direttorio, il Buonarroti indicava se stesso come deputato del dipartimento del Liamone.
Rievocata cosi sommariamente l'azione politica del Buonarroti in Corsica e per la Corsica, dobbiamo riconoscere che sarebbe inutile cercarvi un patriot­tismo nel senso ebe esso ebbe poi nel Risorgimento, ossia qualsiasi rivendicazione dell'italianità dell'isola o auspicio di un suo futuro italiano. Non dimentichiamo che la mentalità del Buonarroti si è formata nel periodo illuministico e rimane, come rimarrà sempre, ancorata al razionalismo settecentesco. Patria è nel suo concetto la comunità che giova concretamente al bene materiale e morale dei suoi componenti, il suo une è il bonheur commini , la sovranità ne appar­tiene a tutti i cittadini, i diritti sono eguali per tutti, corrispondenti ad adeguati doveri (civismo, Virtù.). È la Francia in quegli anni la patria ideale, per cui vai la pena di accorrere scalo, ai confini per difenderla, che impone inesorabili severità contro chi ne compromette l'unione eie istituzioni. Il Buonarroti ha chie­sto e ottenuto di essere suo cittadino ripudiando la nativa Toscana, perchè un paese non libero non ha diritto di chiamarsi patria . La Corsica è libera per mezzo della libertà francese . 3) Segue con passione le vicende della Rivolu­zione, vede negli sviluppi di questa il cammino verso la sua città ideale, si com­muove alla proclamazione dei principi che garantiscono l'uguaglianza e il soc­corso degli indigenti, rischia la vita per difendere la sua costituzione di fronte ai ribelli di Lione e più tardi di fronte a giudici che potrebbero solo per questa difesa condannarlo alla pena capitale. Dell'isola di S. Pietro promuove il voto di annessione alla Francia, partecipa sul campo ad azioni militari durante la prima a vanzata francese del 1794 in Piemonte e Liguria, ottiene voti di annes­sione di paesi del territorio di Oneglia alla Francia. L'ammirato Paoli diventa un traditore quando intende staccare la Corsica dalla Francia rivoluzionaria *) e come abbiamo visto il Buonarroti propone e ottiene la divisione in due diparti­menti, cui prima era contrario, per indebolirlo e, come scrive nel suo memoriale, per far dimenticare il nome della terra ribelle all'unità repubblicana (anti­cipando cosi il metodo usato per Lione e Tolone). 11 terzo punto di quel memo­riale consiglia di scambiare quattro battaglioni di volontari corsi con quattro
J) Il termidoro, v. P. ONNIS, F. B. commissario rivoluzionario a Oneglia, cit., p. 18 dell'estratto.
2) E, MICHEL, / Corsi a Oneglia nuli''apoca rivoluzionaria (1794-95), in Archivio Storico di Corsica, 1934, n. I e P. ONNIS, /'. B. o ìpatrioti italiani, in Rivista Storica Italia­na, 1937, pp. 38-65, pp. 8-9 dell'estratto.
3) All'abate Piombi, Bastia, 15 marzo 1791, in E. MICHEL, op, cit., App. IL
*) Del Paoli chiese la testa in una petizione del 21 brumaio, reclamando l'istituzione in Corsica di un tribunale rivoluzionario ohe vi applicasse la legge dei sospetti per unu grande purga . WEILL, Ph, Buonarroti cit., p, 248.