Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <40>
immagine non disponibile

40
Pia Onnis Rosa
del continente per far sparire nello spirito pubblico e anche nella lingua ogni resto di divisione tra Corsi e Francesi. E raccomanda pure l'istituzione di scuole francesi. Se insiste tanto per la stampa di divulgazione e per i testi delle leggi in italiano, è perchè il popolo non conosce il francese.
* * *
Potrebbe l'Italia diventare una vera Patria come la Francia? Coltivò il Buonarroti questo sogno dal volontario esilio? Già abbiamo visto quanto gracili siano i fondamenti della tradizione che lo fa promotore della diffusione di clubs nella penisola e quanto resti da chiarire anche sulle sue relazioni in Toscana. Non è però possibile dubitare dei suoi sentimenti e delle sue speranze in proposito se la Francia stessa, con un decreto della Convenzione, prometteva soccorso ai popoli che fossero insorti per la loro libertà. Mancano tuttavia o non ci sono note, fino a tutto il '93 e oltre, manifestazioni, da parte del Buonarroti, di disegni politici che riguardino un futuro rivoluzionario dell'Italia. Il Roberti1) suppone che egli se ne sia intrattenuto con Giovanni Ranza di Vercelli, anche lui esule in Corsica dove passò parecchi mesi tra il '91 e il '92 e il Saitta convalida tale ipotesi con suggestivi argomenti che la rendono verosimile ma non provata. *) È vero che il Ranza, trasferitosi a Nizza, pubblicò il prospetto di un Monitore Italiano per il 1793, e che questo giornale, durato sei mesi, auspicava la libera­zione dell'Italia per opera dei Francesi secondo il recente decreto della Conven­zione; ma l'amicizia e il consentimento, vantati dal Ranza, erano quelli del vescovo Grégoire, ispiratore di quel decreto e commissario del nuovo diparti­mento delle Alpi marittime, formato dopo l'occupazione del Nizzardo. Scon­fessato quel decreto pochi mesi dopo, in nome di una politica più. realistica nazionale, anche il giornale del Ranza, non più aiutato ufficialmente, cessò le pubblicazioni. 3J Propendiamo col Bersano a ritenere improbabile un'intesa tra i due, così diversi per carattere e mentalità. Nulla finora ci prova neppure un incontro del Buonarroti con Pasquale Matera e con Enrico L'Aurora: il primo, siciliano, già compromesso cogli elementi rivoluzionari a Napoli e a Roma, era giunto a Nizza nell'aprile del '93 e si manteneva in relazione con Gaspare Sauli di Genova e per mezzo suo col Tnly. Con l'attivo agente di Genova era pure in rapporto il L'Aurora, vagheggiante una conquista dell'Italia da parte di legioni italiane; egli affermava di aver trattato con la Convenzione e con gruppi rivoluzionari di altri paesi per aiuti. *) Queste intese e manifestazioni sono tutte anteriori al soggiorno del Buonarroti sulla costa provenzale, dove sostò nell'agosto e settembre del 1793, e poi nei primi mesi del '94. È possibile che a Tolone abbia conosciuto Matteo Guidi, il quale sarà a Milano tra i propu-
*) ROBERTI, // cittadino Rama, Torino, 1890, p. 57.
2) A. SAITTA, op. cit., voi. I, p. 12, nota 34.
*) A. SERBANO, L'abate Francesco Honanli, cit. Sul Ronza, pp. 21-32; sui suoi rap­porti col Buonarroti p. 30, nota 18.
*) Sui giacobini Ranza, L'Aurora, Matera oltre i noti lavori del Roberti e del Nurra, v. recentemente D. CANTLMOHI, Giacobini italiani, Bari, 1956, Nota finale del voi. 1; G. VACCARINO, / patrioti a anarddites cit.; del Matera v. la recente biografia di R. DB FELICE in questa Rassegna, 1958, f. 1, pp. 3-19.