Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <41>
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 41
gnatori dì una repubblica unitaria, o che lo abbia visto ad Oneglia essendo il Caldi impiegato nell'esercito.1)
L'unico incontro documentato con patrioti profughi italiani in quel periodo è l'incontro con Carlo Lauberg, il noto organizzatore dei clubs napoletani, scoperto e fuggito prima che la persecuzione si abbattesse sugli altri congiurati. Il Buonarroti ebbe modo di vederlo due giorni a Nizza, dove si era impiegato come farmacista presso quell'ospedale. L'incontro dovette lasciare un'impronta nell'animo di ambedue, se il Lauberg desiderò poi raggiungere il Buonarroti a Oneglia. A sua volta il Buonarroti richiese insistentemente la collaborazione del napoletano. Ma appunto raccomandandolo egli lo distingueva dagli altri italiani ordinariamente corrotti che aveva conosciuto in Francia, e lo giu­dicava prezioso non solo per la sua qualità di chimico, ma anche per l'efficace contributo che egli avrebbe potuto dare all'apostolato patriottico. 2) Il Lauberg ritrovò ad Oneglia i suoi compagni di fede: il marchese Giovanni Letizia, da lui stesso raccomandato al Buonarroti, Filippo Lustri, Raffaele Romano, Fedele Greci e Dionigi Pepino, arrivati il 19 fiorile con le commendatizie del Tilly.
Intanto il Buonarroti aveva stretto amicizia con un altro profugo, giunto pure alla metà di maggio dal Piemonte, Ignazio Bonafous, che potè così mante­nere da Oneglia rapporti col centro patriottico di Alba da lui dovuto abban­donare.
Dal Lauberg e dal Bonafous il Buonarroti dovette ricevere le prime informa­zioni dirette su quanto si preparava a Napoli e a Torino, e purtroppo la scoperta delle congiure, le condanne a morte e le persecuzioni conseguenti ne diedero tragica conferma, provocando l'arrivo di altri profughi: Giuseppe Maurizio Pellisseri, Federico Campana, Bonaventura Baratta dal Piemonte, e da Napoli Andrea Vitaiiani, Nicola Celentano, Pietro Labonia, G. B. Mazzarella, Luigi Ginevra, Fernando Palma, Ascanio Orsi, Michele de Tommaso, Salvatore Sirchi, che troviamo ad Oneglia nel giugno, e a fine luglio Giuseppe Abamonti, con Feliciano Damiani, Antonio Savarese, Pasquale Brienti, Filippo Lustri.
Tanto il Bonafous che il Pellisseri e il Campana furono messi a contatto con le autorità militari per fornire informazioni e mantenere le comunicazioni coi loro aderenti in Piemonte, e a questo scopo ebbero libero passaggio lungo il territorio occupato, spingendosi anche clandestinamente oltre confine Fin qui restiamo nel raggio della politica e delle necessità belliche francesi, e ad esse ci appare ligio doverosamente il Buonarroti come funzionario Ma già parlai del­l'impressione che ricevette dai profughi meridionali. Al loro contatto le convin­zioni prendevano il calore del sentimento, la prudenza dei progetti diventava ardore di fede. Giovani, volonterosi, colti, essi erano adatti a quell'opera di propaganda, di educazione, di istruzione del popolo che era stata sempre in cima
0 J. GODECHOT, Los Jacobìns Italiana cit., p. 79, e la sua citazione di una biografia del Galdi di M. OBZA, La vita e le opere di M. A. Galdi, Napoli, 1908. H Galdi è pure com­preso tra i giacobini trattati dal CANTIMOBI in Giacobini italiani, cit,
*) P. ONNIS, Per un episodio della vita di Carlo Lauberg, in Archivia storico per le Provincie napoletane* 1937. La mia supposizione che il Lauberg, spesso detto Laubert alla francese, potesse per un errore di chi scriveva sotto dettatura corrispondere al Robert che proponeva al Buonarroti la pubblicazione di un giornale (v. p. 29 del presente lavoro) era errata. Sul Lauberg v. B. CROCE, Vite di avventurai di fede, di passione, Bari, 1936.