Rassegna storica del Risorgimento

BUONARROTI FILIPPO
anno <1962>   pagina <49>
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 49
mum, lo muovevano i donni che ne ricevevano tanto i produttori che i consu­matori. Ai suoi occhi allora calmieri e requisizioni si presentarono come misure di guerra che rendevano inviai i conquistatori in un territorio occupato. Non vi e traccia che egli li considerasse con un interesso teorico, anche se era già con­trario in teoria al liberismo economico. I nuovi modi di giovare alla causa del mondo su cui egli voleva meditare, offrendo le sue dimissioni, già alla fine del 1794, non potevano essere quelli che aveva sperimentato ad Oneglia. *) Riassumendo, crediamo che il robespierrismo di cui possono aver sentito l'influenza i patrioti venuti a contatto col Buonarroti sia consistito soprattutto in un'adesione a principi religiosi e morali cui già lo aveva portato tutta la sua formazione anteriore, e nell'entusiasmo di vederli attuati dalla costituzione del '93 e da alcuni decreti del Terrore. Tra questi sono da escludere i provvedi­menti economici delle requisizioni e del maximum, che al Buonarroti parvero dannosi almeno nel territorio da lui amministrato. D'altra parte le tendenze sociali nel giacobismo italiano, come l'unitarismo, hanno varie sorgenti e anche lo stesso robespierrismo non si tras mise per il solo veicolo del Buonarroti.
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Già abbiamo visto come l'ex commissario di Oneglia si schierasse tra gli oppositori democratici della nuova costituzione del 1795 e del Direttorio, e come tuttavia avesse chiesto a quest'ultimo una missione in Italia nel quadro di una direttiva politica generale cui aveva cercato di spingere quel governo. Ma mentre la missione si faceva aspettare, sempre meno probabile appariva la desiderata soluzione per l'Italia e sempre più desiderabile un cambiamento di governo.
Fu questa la ragione principale che lo fece entrare, il 10 germinale, nel Comi­tato segreto del Babeuf, con l'intenzione e la proposta di estendere all'Italia la con­giura? è l'ipotesi suggestiva del Saitta, in analogia con quell'estensione all'Olanda di cui lo stesso studioso avanzò alcune prove, completate poi dal Godechot.2) Olanda e Italia erano le due regioni dove erano penetrati gli eserciti francesi, e l'esempio dell'Olanda, dove nel marzo si era convocata una Convenzione, era servito al Delacroix per assicurare i patrioti italiani. Ma i patrioti olandesi democratici si erano intesi e messi in rapporto con gli oppositori del Direttorio e quindi col gruppo babuvista. Niente di strano che il Buonarroti, italiano e forte del suo prestigio sui patrioti italiani, prospettasse il concorso di questi al­l'auspicato rivolgimento politico; l'azione in Italia diventava dunque, secondo la fondata congettura del Saitta, un obiettivo della congiura, anche se il Buonar­roti aspettava proprio dal governo i mezzi per esercitarla. 3) anche presumibile che si facesse assegnamento sul Commissario Saliceti, cui secondo un appunto
!) Vedi il testo di queste dimissioni, ibid., p. 41.
*) A. SAITTA, F. B., cil., I, pp. 31-33 e Note e asterischi, in Movimento Operaio, luglio-agosto 1954, p. 679; J. GoOECHOT, Unità botava e unità italiana, cit.
8) H Buonarroti gì manteneva a stento dando lezioni nell'istituto di tale Boy e copiando musica* Anche questa umile ragione può entrare nel conto di quello ohe lo trat­tennero a Parigi mentre i patrioti reclamavano la sua presenza in Italia. La missione non sarà stata vista dal Buonarroti come fnictueuse (così la chiama il MATIIIBZ con­siderando la mancata partenza un volontario sacrificio in favore della congiura) ma essa gli assicurava i mezzi per vivere e svolgere la sua aziono in Italia.