Rassegna storica del Risorgimento
BUONARROTI FILIPPO
anno
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1962
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pagina
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51
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Filippo Buonarroti nel Risorgimento italiano 51
Ma conviene anche considerale ciò che accadeva in seno al Comitato. Lo scioglimento della legione di polizia, guadagnato alla congiura, sollecitò oltre il previsto l'azione degli Eguali. Sempre quel 13 o 14 fiorile si svolse tra loro la tempestosa discussione, narrata dal Buonarroti nella sua storia della cospirazione, sull'opportunità di accettare l'alleanza dei deputati montagnardi antirobespierristi. Essi offrivano la loro partecipazione al movimento, esigendo in cambio alcune modifiche al programma dei congiurati. Il discorso ai loro rappresentanti, convocati il giorno dopo, propendiamo a credere che sia stato tenuto dal Buonarroti, per il suo contenuto e perchè nella sua storia egli tace il nome dell'oratore. A questo punto non possiamo esimerci da una, del resto ovvia riflessione: come pensare che il Buonarroti rinunciasse, in quei momenti decisivi a restare al centro degli avvenimenti? e che i suoi compagni, specie il Babeuf, se ne privassero proprio allora? Se anche egli era entrato nella congiura più tardi e per altri scopi, vi aveva però preso una posizione, per il suo zelo e per la sua cultura giuridica, difficilmente sostituibile. Assegnando a se stesso la deputazione del Liamone nella nuova assemblea, dimostrava di vedersi, nel proprio futuro politico, a Parigi e non in Italia.
E infine: un uomo assorto nell'ideale di una profonda trasformazione della società umana (e abbiamo già visto come nella mentalità del Buonarroti questa costituisse il fine concreto di ogni trasformazione politica), quale era solo possibile nel clima ancora caldo della Francia rivoluzionaria, avrebbe abbandonato questo paese mentre lo credeva sul punto di ritornare sulla via maestra della Rivoluzione, che conduceva al grande fine dell'uguaglianza di fatto? È vero che l'obiettivo immediato della congiura non era l'instaurazione del comunismo già lo aveva osservato il Mathiez e lo ribadisce il Saitta, ma basta la stessa narrazione del Buonarroti per rendersene conto , bensì il ritorno alla costituzione del '93; ma nei progetti dei suoi promotori l'assemblea dei deputati sarebbe stata dominata ancora dagli uomini del Comitato Segreto di Salute pubblica e controllata dal popolo, aftinché procedesse gradualmente verso il sistema della comunione dei beni e dei lavori. Su questa linea era opportuno riagganciarsi alla politica economica del Terrore, come primo esempio di difesa, assunta da un governo, dei meno fortunati contro la prepotenza degli accaparratori di ricchezza.1) Gli Eguali dovettero fare appello ad ogni genere di malcontenti e avanzare le promesse adatte a guadagnarseli; tra di loro perfino vi erano varie sfumature di pensiero; la necessaria alleanza coi montagnardi li obbligava a rivedere anche il programma immediato; ma che quell'ulteriore sviluppo verso una dittatura popolare a sbocco comunista non apparisse allora al Buonarroti come il fine concreto della congiura e quindi il massimo delle sue aspirazioni, ci
dvo 16 fiorile (op. cit., I, p. 24), in cui il Delaoroix avverte il Cacault che, ricevute le sue informazioni, il Direttorio aveva deciso di mettere da parte il Buonarroti, fornendogli soltanto il denaro per il viaggio. // est parti (cosi credeva il ministro) sans emporter mueune confiamo . La lettera credenziale per il Cacault restava dunque annullata.
1) Questa rivalutazione fu già adottata nel gruppo democratico che il Buonarroti chiama liceo politico quando ancora non si era avvicinato al Bobeuf, allora antiro-beBpierrista. Lo storico della congiura nomina però so stesso fra coloro che in quelle discussioni sottolinearono come i provvedimenti del Terrore, pur rispondendo a necessità eccezionali non avrebbero potuto fax parte di un assetto normale della società, senza i naridire alla lunga le fonti della produzione: Consptratìon pour r Egali té, al., p. 80.