Rassegna storica del Risorgimento
"PRO PATRIA"
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1919
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A* Sartorelli
Queste parole che Felice Venezian pronunciò con voce commossa e irruente, con nobiltà di gesto, con trascinante facondia che era ignota alla semplice oratoria degli uomini della montagna, suscitò in loro tale entusiasmo, che i presenti ancora oggi confermano di non avere mai nella vita loro subita commozione maggiore. Ricordo l'imponenza della folla dei delegati lungamente plaudente, alla quale rispondeva il pubblico affollato nelle gallerie, e l'applauso si propagava nella gente che gremiva l'atrio, lo scalone, e l'ampio portico, la quale ripeteva inconsciamente a gran voce l'unico grido che era uscito distinto dalla sala : Viva Trieste, Viva Roma ! Quella folla aveva intuito che qualche cosa di impreveduto e di straordinario era stato scritto in quel momento nelle eterne pagine della storia, e che ne era venuto fuori il vaticinio, che una sola sarebbe stata, anche per l'avvenire, la sorte dei due popoli, n patto di alleanza che Felice Venezian offriva così nobilmente a nome dei fratelli dell'Adria, e che era stato accettato con formidabile consenso dal popolo trentino, doveva infatti mirare a una identica meta, che era nel nome di Roma augurata : fare cioè del fato dei due popoli, prima incerto e diviso, dinanzi alla nazione l'oggetto dello stesso riscatto. À Felice Venezian succedeva Luigi Gombon, il quale per incarico dei gruppi di Trieste e dell'Istria sosteneva in una dotta relazione le ragioni per la istituzione di una Università italiana a Trieste, propugnata invano da 14 anni dalla Dieta triestina, e l'Assemblea votava unanime la relativa risoluzione che giungeva per la prima volta ai Governo come comune solenne postulato di tutti gli italiani dell'Austria.l
L'adesione alla Associazione degli italiani adriatici, i quali erana in condizioni geografiche, politiche e nazionali molto diverse da quelle del Trentino, e che avevano la fortuna di possedere nella città di Trieste un grande centro intellettuale e politico, giustificava la deliberazione dell'assemblea di modificare lo statuto sociale secondo il principio,, che la sede della Società dovesse essere alternata fra Rovereto, Trento e Trieste, e che, conservata l'unità sociale, la direzione e l'animini-
1 Dioiotto anni più tardi, cioè l'I 1 marzo 1904, avevo l'onoro di presieder il Consiglio comunale di Rovereto, convocato a solenne seduta straordinaria, allo scopo di pronunciarsi stilla proposto del Governo di istituire a Rovereto la Uni-Tersità Italiana ; ma i rappresentanti delle citta rifiutavano unanimi con nobile disdegno il dono insidioso, proclamando di tenere fede al voto di concordia che Rovereto aveva giurato il giorno 28 novembre 1886, e ohe a Trieste, soltanto a Trieste, dovesse sorgeròi lMoneo, baluardo della nazione, sulla contosa, riva dell'Adriatico.