Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <36>
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A. SartorelH
acquistò la cittadinanza trentina, tra la quale rimase sempre invocato assieme all'inno di Trento, per esprimere l'evocazione della patria.
I principali giornali austro-tedeschi pubblicavano telegrammi e relazioni sull'andamento dell'adunanza e la Deutsche ZeUwag del 1 dicembre, l'organo ufficioso dello Sclvu,foerem, che aveva probabil­mente il suo informatore nello stesso commissario governativo pre­sente air Assemblea scriveva : La prima seduta della Società Italiana Pro Patria fu tenuta in modo superlativamente dignitoso . Le deli­berazioni e i discorsi di questa prima adunanza, assieme agli articoli del giornale che ne ispiravano l'origine, furono raccolli per delibera­tone sociale in un opuscolo che era offerto agli italiani colle parole della prefazione :
Mantengano orgogliosi i vivi il culto delle loro grandi memorie; ricordino con compiacenza i nepoti questo esempio di nerezza nazio­nale dei loro padri ! '
Alla fortunata preparazione morale era seguito il momento del­l'opera, momento solenne e difficile, nel quale gli uomini della Pro Patria, quietati gli entusiasmi, cominciarono a misurare la molti­tudine delle difficoltà in parte reali, dovute alla vastità del pro­gramma e alla scarsezza dei mezzi per conseguirlo, ma in maggior parte creata artificiosamente dal Governo, il quale, per non essere riu­scito a impedire la formale costituzione della Società, si studiava con un complicato ostruzionismo di renderne inefficace o almeno ritar­darne l'attività.
All'Associazione avevo imposto per propria divisa il motto di Gioberti: Si ricordino tutti a cui cale della patria comune, che se-eondo l'esperienza la morte delle lingue è quella delle nazioni , ma [se questo monito annunciato in tutte le manifestazioni di indole so­ciale in confronto del pubblico, corrispondeva all' intento di eccitarne lo spirito di combattività, non interpretava in realtà la situazione nazionale degli irredenti, la quale si voleva fortificare più che nel meccanismo della lingua, nella sua coscienza nazionale, si da ren­derla atta a difendere e riacquistare alla madre patria i territori già
11 Consiglio comunale di Kovereto aveva deliberato di murare nell'atrio del Palazzo della Pubblica Istruzione una lapide che dovesse perpetuare ai posteri il grande avvenimento nazionale, ma il Governo austriaco ne aveva sempre impedito fesecuzione colla minaccia di rappresaglie verso la città.