Rassegna storica del Risorgimento
EMILIANI GIOVANNI
anno
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1962
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pagina
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85
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PER GIOVANNI EMILIANI E PER LA VERITÀ
Nel fascicolo di ottobredicembre 1958 della Rassegna storica del Risorgi-mento, Renato Marmiroli, narrando la vita avventurosa del postiglione reggiano Gaetano Davoli, garibaldino e libertario , scriveva Ira l'altro: Lo troviamo il 20 ottobre dei 1867 del manipolo dei fratelli Enrico e Giovanni Cairoli, che, da Terni, moveva verso Roma. Sapendosi braccato dalle polizie per ragioni politiche, aveva intanto mutato cognome facendosi chiamare Emiliani, e quale Gaetano Emiliani figura sul monumento eretto al Piucio ai fratelli Cairoli e agli altri eroi di Villa Glori. Dispersa la colonna il 23, morto Enrico Cairoli e ferito il fratello di questi Giovanni dalle fucilate dei papalini, penetrò furtivamente in Roma, partecipando al fatto del lanificio Chiari (sic), ove erano depositate bombe ed armi e trovò morte Giuditta Tavani, moglie del cospiratore Arquati. Sfuggi miracolosamente ai gendarmi gettandosi nel Teverone, che attraversò a nuoto .
Non era la prima volta che il Marmiroli faceva simili affermazioni. Di esse si trova traccia anche negli Atti della Deputazione di Storia Patria di Reggio Emilia, tornata del 27 dicembre 1957. Ma quali che siano state le reali benemerenze patriottiche del Davoli, un fatto è sicuro, e cioè che egli non fu con i fratelli Cairoli a Villa Glori, e neppure fra i combattenti di Casa Ajani.
Sarà facile dimostrarlo con documenti autentici alla mano.
A Villa Glori, nella seconda squadra della terza sezione, comandata da Giovanni Cairoli, non c'era un Gaetano Davoli camuffato da Emiliani perché braccato dalle polizie , come dice il Marmiroli, ma Giovanni Emiliani di Castel Bolognese.
Il nome di Giovanni Emiliani figura infatti, a tutte lettere, nel ruolino compilato da Ermenegildo De Verneda, aiutante maggiore di Enrico Cairoli, unitamente a quelli di altri sette volontari di Castel Bolognese: Antonio Dall'Oppio, Giambattista Marzari, Antonio e Francesco Valdrè, Francesco Fran-ceschelli, Giovanni Capra ed Angelo Gramigna. Questi due ultimi erano aggregati alla medesima sezione dell'Emiliani, che era scrisse Aldo Spallicci l'intellettuale del gruppo romagnolo .l)
Naturalmente il nome di Giovanni Emiliani si trova anche nell'elenco definitivo pubblicato nel 1880, con qualche lievissimo errore, da Cesare Elisei, e ohe è quello scolpito alla base del monumento eretto al Pincio.
H ruolino del De Verneda e l'elenco dell'Elisei comprendono settantotto nomi, ma effettivamente i volontari partiti da Terni erano ottanta. Certamente a quei tempi, per carità di Patria, si vollero occultare due nomi: quelli di coloro che appena effettuato l'imprevisto sbarco fra i canneti alle falde dei Monti
I) ALDO SpAUjecr, A Vàia Glori, Milano, Officina Grafica Roma, 1932, pp.VIII-IX. Per questo poemetto in dialetto romagnolo lo S. ai servi del racconto della spedizione dei Monti Parioli fallagli dall'ultimo superstite dei 78, Francesco FranceBchelli, morto poi a Milano U 20 maggio 1936.