Rassegna storica del Risorgimento
EMILIANI GIOVANNI
anno
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1962
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pagina
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86
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86 Giuseppe Fonierosst
Parioli, presi dal panico abbandonarono i compagni al loro destino, e, attraversato in barca il Tevere, ripararono oltre confine.
H nome di mio di loro è rimasto, per sua fortuna, sempre ignoto; l'altro è quello di Celso Ceretti, che fu poi gran faccendiere nelle prime agitazioni internazionaliste.
Nel settembre del 1868 il Ceretti venne chiamato a Mirandola a far parte di una certa Commissione insieme con Tito Veronesi, uno dei reduci di Villa dori. Questi rifiutò. Invitato a dirne i motivi, rispose che non voleva avere nessun contatto col Ceretti perché costui, dopo essere partito da Terni con la spedizione dei Cairoli, aveva disertato nell'ora del pericolo.
D Ceretti reagì a voce e per iscritto con una caterva d'improperi, e dichiarando che aveva abbandonata la banda dei Cairoli a Monte Parioli perchè qualcuno fra i suoi compagni gli aveva detto che il loro compito era finito, e che atteso l'insuccesso dei Romani il Cairoli e il Tabacchi non sapevano piti che fare, e per altri motivi ehe non si riteneva obbligato a palesare al Veronesi. Concludeva collo sfidarlo .1)
Tito Veronesi gli rispose che se voleva una riparazione cavalleresca bisognava se ne mostrasse degno. La decisione spettava ad un giuri d'onore.
Adunato il giuri ed interrogati i primi testimoni, il Ceretti sollevò ima infinità di cavilli, pretendendo fra l'altro che il Veronesi cambiasse i propri rappresentanti perché essi non gli parevano imparziali. Alla fine pose questo dilemma: o nominare un secondo giuri, ricominciando tutto da capo, oppure mandare a monte ogni cosa. I rappresentanti del Veronesi non accettarono il dilemma e proseguirono nell'indagine per conto loro interrogando di nuovo i testimoni. H Ceretti era già stato ascoltato.
I testimoni sottoposti ad esame dal giuri, divenuto unilaterale, furono quattro superstiti di Villa Glori: Giovanni Tabacchi, uno dei Mille di Marsala, che aveva comandato la prima sezione della banda Cairoli, Carlo Bonfatti, Antonio Giglioli-Cesatti ed Ernesto Papazzoni.
H più importante dei verbali d'esame è quello del Tabacchi.
D. Faceva parte lei alla spedizione Cairoli per Roma nella campagna del 1867?
R. Si.
D. Sapeva che il Sign. Celso Ceretti facesse parte della spedizione?
R. Si.
D. Sa lei quando e in qua! modo il Sign. Ceretti abbia abbandonata la spedizione?
R. Alla mattana della stessa notte in cui sbarcammo dal Tevere [e] prendemmo terra ai piedi dei Monti Parioli, verso le nove, Antonio Cesatti, nostro commilitone, mi narrò come il Ceretti, con altro suo compagno, ci avesse abbandonati fuggendo verso il confine.
D, JEra stata sciolta la spedizione dal Cairoli o aveva il Ceretti incarico speciale per cui potesse abbandonare il posto?
R, Non solo la banda non era stata sciolta, ma anzi il nostro Capo Cairoli e suo fratello Giovanni non parlavano che di resistenza, e non fu che un preparativo alla medesima. Il Ceretti non poteva aver avuto incarico alcuno per cui potesse abbandonare legittimamente la banda, giacché avendo io stesso informato il Cairoti della
1) Questo si legge in un opuscolo di undici pagine, con la copertina senza titolo, stampato in Mirandola nel 1868 dalla tipografia Moneti e Cagarelli. Vedi pp. 12.