Rassegna storica del Risorgimento

"PRO PATRIA"
anno <1919>   pagina <37>
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La Società Pro Patria e il suo tempo 37
suoi, rinchiusi dentro i suoi confini naturali, dai quali la latinità era stata divelta in tutto o in parte per opera delle stirpi slave e germa­niche colla caduta di Roma.
Agli italiani compatti del Trentino e della Venezia Giulia si po­teva corrompere il pensiero ma diffìcilmente estirpare la lingua. I di­rigenti dell'Associazione dovevano dunque preoccuparsi di irrobu­stire spiritualmente questo pensiero, per renderlo adatto al compito-effettivo di modificare, specialmente per quanto riguarda la regione della Venezia Giulia, le condizioni etnografiche brutalmente sconvolte attorno alla italianità premuta contro la costa, la quale per la sua nazionale esistenza doveva attingere vita e concederla mediante i rap­porti colFinterno. Il processo di lenta ma costante assimilazione si era effettuato naturalmente, fuori delle lotte nazionali, sino al mo­mento in cui il Governo austriaco aveva creduto nel suo interesse di interromperlo e di arrestare artificiosamente questa ingenita funzione-di espansione civile ed economica della italianità, la quale d'altro-canto, per non trovarsi compressa e soffocata, fu indotta a ricercare nella sua coscienza nazionale la forza di espansione e di tutela dei-proprio idioma, per rendere comprensibile attorno a sé l'utilità della, sua missione e l'alto valore della sua cultura.
Una condizione economicamente differente, ma analoga nei ri­guardi nazionali e politici, si verificava nella regione dell'Alto Adige-rispetto al Trentino. Gli uomini della Pro Patria erano in perfetta buona fede quando esclamavano che i loro intendimenti erano ispi­rati soltanto dal principio di difesa nazionale, ma ad assolvere questo compito erano nella reale necessità di sviluppare la difesa sopra un campo più esteso già precisato da immutabili contingenze storiche, economiche e geografiche, anche indipendentemente da qualsiasi con­siderazione politica.
Ho dovuto premettere questi concetti per porre in rilievo la va­stità e la importanza del programma, che l'Associazione Pro Patria doveva svolgere, e la necessità di larghi mezzi che non erano pro­porzionali alla sua capacità finanziaria e alla potenza dei nemici. Ma in cambio essa era scesa in campo munita di uno straordinaria fascino morale, nel quale si rivelò la sua vera potenza, e che consi­steva nel fatto che tutti gli uomini retti e saggi che la folla aveva fatto segno alla sua estimazione, * avevano risposto nella loro ade-
i jjfy olloro che Giovanni Perotti elargiva alla sua Trento fior. 100,000 per la costruzione di un Asilo d'Infanzia ponendovi la condizione che la lingua di insegnamento dovesse essere esclusivamente l'italiana.