Rassegna storica del Risorgimento

EMILIANI GIOVANNI
anno <1962>   pagina <88>
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88 Giuseppe Fon ter ossi
carabinieri esteri del Mayer, che tuttavia sul far della sera si erano ritirati verso Roma.
Ciò che avvenne dopo lo si conosce dai ricordi di Giovannino Cairoli,*) da decine di altri libri e libretti, ed anche dai sonetti Villa Gloria, nei quali, come scrisse il Carducci, Cesare Pascarclla solleva di botto con pugno fermo il dialetto alle altezze epiche .
e Dopo che s'approvò lo sciojimenio
Se sbandassimo tutti. Quarchiduno
Fu preso a Roma a piazza Barberina;
L'antri sperduti in braccio de la sorte
Agnedero a schizza pe9 la Sabina;
Li più se riformorno in carovana
Passorno fiume, presero le còtte
Dentro a li boschi, e agnedero a Mentana .
Garibaldi non era dunque tenero verso chi, magari a torto, considerava aver mancato alle leggi dell'onore militare. Ma l'astuto Ceretti doveva fin dal primo momento aver imbrogliato tanto bene le carte, dando ad intendere di essere tornato il 23 ottobre 1867 a Passo Corese per chiedere istruzioni, che il 21 aprile 1869, da Caprera, il Generale gli rilasciava una dichiarazione di questo tenore:
Caro Ceretti,
Senza dubbio voi siete colui chHo incaricai di partecipare ad E. Cairoli di ritirarsi dai Monti Parioli verso di noi. E se non poteste eseguire la missione, credo che ne sia colpa la prepotenza delle circostanze.
Sono lieto di riconfermarvi la mia stima e sono vostro G. GARIBALDI .
Questa specie di sanatoria, se non persuase il Tabacchi e neppure gli altri compagni dei Cairoli che avevano deposto la verità davanti al giuri d'onore di Mirandola, permise al Ceretti di risalire la corrente, e di passare presso gl'ignari per un intrepido patriota, come oggi dicono, progressivo .
Egli però non ebbe l'onore di ricevere la medaglia d'argento, Roma ai suoi liberatori, che il Municipio della Capitale consegnò il 27 maggio 1883 a tutti i superstiti di Villa Glori, compresi Alfredo Candida e Giusto Murarti, che Enrico Cairoli aveva mandato a Roma in cerca di viveri e di notizie, e quindi non avevano potuto prendere parte allo scontro con i papalini.
La cronaca della cerimonia del 27 maggio 1883 è cosi riferita nel diario inedito di Luigi Musini.
27 Oggi ha luogo l'inaugurazione del monumento ai fratelli Cairoli. L'ap­puntamento è presso il monumento al Pincio. Parla Maineri, che consegna il monumento al sindaco di Roma, Torlonia, il quale fa un discorso rievocando le vicende della campagna dell'Agro Romano ed il sacrificio dei Cairoli. Il discorso ufficiale è fatto da Francesco Crispi esaltante l'impresa dei Cairoli. Quindi ognuno di noi superstiti riceve dalle mani del gen.Fabrizi la medaglia d'argento commemo­rativa, unitamente al brevetto; quella destinata ai Cairoli ò d'oro. Assiste alla cele-
*) GIOVANNI CAIROTJ, Spedizione dei Monti Parioli, con proemio e note di B. E, Mai neri, Milano, Levi, 1878.