Rassegna storica del Risorgimento
DEGLI AZZI GIUSTINIANO
anno
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1962
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pagina
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Libri e periodivi
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Antonio Genovesi. Gli scrìtti del Veni si può dire che abbiano uno scopo unico e fondamentale: la critica cioè serrata a tutta la legislazione vigente in Lombardia e segnatamente alla legislazione economica, dal sistema fiscale delle ferme a quello, caotico, tributario, al disordine delle monete, e, nel contempo, la difesa accanita del libero mercato interno. Anche 11 Caffè è una battaglia contro la cultura del tempo. L'opera sua non si sofferma che assai raramente, ma mai di proposito, a schemi ideali di una nuova vita. Neppure il motivo della polemica religiosa che fu tanto sfruttato da noi, ma ancor pia dalla letteratura europea, fa parto del suo pensiero. Il Genovesi anche tratta, come il Verri, di problemi economici, ma li affronta (ed ha perfettamente ragione l'A.), con un più ampio respiro, poiché li inquadra entro i principi generali della vita umana con vivo senso di aderenza alla realtà e sulla base di un'organizzazione che investe tatti i valori sociali. Anche sotto l'aspetto economico è visto il problema educativo, del quale tace l'Annoili, mentr'esso assume nella dottrina del Genovesi un'importanza direi quasi di prim'ordine, poiché, per la prima volta nella storia nostra, postulando la necessità dell'istituzione di scuole gratuite perle mosse non solo egli mirava a sollevarle dall'abbandono in cui erano state vergognosamente lasciate da secoli (si riferiva particolarmente alla sua regione) ma u renderle porte interessata e attiva nella lotta da ingaggiarsi per il riscatto dai vincoli feudali e per il risveglio dell'economia agricola del paese. Più dottrinario ancora fu il Filangieri, tanto che talvolta par quasi (son parole dclFA.) scivolare verso le facili e luminose strade dell'utopia. Egli fu senza dubbio il più antivichiano della schiera degli illuministi meridionali, poiché tutto il suo pensiero risente potentemente dell'influsso cartesiano e razionalistico. In effetto egli credeva fermamente (e su codesta falsa credenza è fondata l'opera sua, che ebbe ai suoi di tanto successo) che fosse possibile instaurare una legislazione perfetta unica per tutti gli Stati, atta a dare a tutti l'agognata felicità, essendo unica e per tutti valida la ragione . Affetta d'astrattismo è pure la sua concezione pedagogica, a mio avviso, sulla quale non mi posso trattenere per amor della spazio. Dirò tuttavia, almeno, che, a mo' di Platone, egli negava alla famiglia il diritto d'istruire negli anni infantili i propri figli, perchè tale compito doveva essere affidato unicamente allo Stato essendo, secondo lui, troppo imbevuti i familiari di pregiudizi, soprattutto religiosi. Nobilissimo intelletto, animato lui pure da un vivido desiderio di maggiore giustizia sociale, fu Mario Pagano. Nei suoi Saggi politici è evidente lo studio della Scienza Nuova del Vico, come ne dà una bella dimostrazione l'A, spesso con alate espressioni; ma sarebbe stato opportuno a parer mio ch'ella avesse pur messo nel dovuto rilievo com'egli, pur derivando dal gronde maestro le sue interpretazioni della storia d'Europa, proiettata in una rapida fuga degli anni, e segnatamente del medioevo, attribuisca però, illuministicamente, il corso storico degli accadimenti nei suoi progressi e nelle sue cadute non solo alle forze dello spirito, ma puranco a cause naturali, fisiche e fisiologiche.
Di altri scrittori di vaglia appartenenti ad altre regioni italiane (l'Algarotti, il Bettinelli, il Galiani, il Carli) l'Arnioni illustra le opere per lo più con fermo disegno o con scorci rapidi, ma incisivi. Suggestivo, tra gli altri, è il ritratto ch'ella ci offre del Galiani, che cbhe fama europea soprattutto peri suoi Dialogu.es sur le commerce des blèsi viaggiatore e avventuriero* impulsivo e intollerante di essere contraddetto, materialista e scettico e quasi divertito egli stesso di gettar l'ombra dello scetticismo su gli stessi suoi numerosi libri; ma scintillante in ogni suo scritto, e particolarmente nel suo epistolario, di ingegnosità, di vivacità, di brio.
Tutte le opere degli economisti, come pure degli scienziati e le riviste letterarie, come già abbiamo spesso accennato, sia pur di passaggio, furono concordi, nella seconda metà del settecento, nel riconoscere l'esigenza di un'unione europea pacifica per rinnovare la legislazione e per ridare anche all'Italia maggior possibilità di respiro alla vita. Molti progetti di federazione parvero allora di facile attuazione, ma, come afferma l'A., si frantumarono tutti man mano all'urto dell'esperienza, poiché l'Europa non può sorgere da un compromesso politico, e cioè dall'esterno, per una differenziazione, ma dall'interno, in virtù delle sue stesse forze. Non è una realtà già staticamente attuata e determinata dalla storia, ma è una realtà viva, che si crea, e si creerà .