Rassegna storica del Risorgimento

DEGLI AZZI GIUSTINIANO
anno <1962>   pagina <112>
immagine non disponibile

112 Libri e periodici
i
inglesi, americani, italiani, polacchi, norvegesi, ungheresi e cecoslovacchi. Non si può che deplorare conclude Gerard Walter che non si sia trovata in Francia alcuna organizzazione, pubblica o privata, per realizzare un simile progetto . Si può e si deve naturalmente deplorare, ma non c'è poi tanto da stupirsi che le cose siano andate a
"* modo' PAOLO ALATBI
ERNST PORTNER, Die Einigung Italiens im Urieil Libaraler Deutscher Zeiigenossen. Sludie zur inneren Gesckichte des kleindeutschen Liberalismus (Bonner historische Forschungen, Band 13); Bonn, Ludwig Rohrscheid Verlag, 1959, in 8, pp. 194. DM 16,8.0.
L'Autore premette, nella breve introduzione, che anche in Germania la libertà ha una sua tradizione che deriva dalle condizioni politiche e dai diritti delle classi sociali nel Medioevo e che tale tradizione viene più tardi rafforzata dalla tolleranza, conseguenza della riforma religiosa e deU'illuminismo europeo del secolo XV lil. H nocciolo di questo spirito liberale costituisce la dottrina dell'autonomia morale di Kant: la libertà etica dell'individuo. L'Europa Occidentale fu maestra di spirito liberale ai Tedeschi e nel XIX secolo lo furono in modo speciale l'Inghilterra e la Francia.
Fatta questa premessa il Portner si pone la prima domanda, cui intende rispondere nel corso del suo interessante saggio: Fino a quale punto l'Italia esercitò un'influenza sul liberalismo tedesco? La risposta sarà negativa, come vedremo, ma egli vi giunge come ad un corollario, osservando dapprima che in Italia la sintesi del principio nazionale e di quello liberale del liberalismo e del nazionalismo è perfettamente riuscita. Anche negli stati della Confederazione tedesca è stata condotta una campagna in favore dell'unità e della libertà. Soltanto dieci anni dopo hi proclamazione del regno d'Italia sorse anche l'impero germanico. Ebbene, confrontando gli sviluppi di questi due movimenti, lo storico tedesco si ripropone più particolarmente i problemi: quale significato ha avuto per i Tede­schi l'esempio italiano? Avevano essi una coscienza nazionale? Come è stata valutata e quale significato ha avuto per loro l'opera di Cavour? Fino a che punto l'esempio italiano ha stimolato, corretto e forinato il pensiero politico germanico? Segue nel primo capitolo un'analisi dei rapporti fra i due partiti politici principali italiani alla vigilia della formazione dell'unità e la constatazione dell'iniziale accordo fra i radicali e i moderati, dell'affratella­mento fra la sinistra e la destra, della collaborazione stabilitasi ad un certo momento fra Garibaldi e Cavour. I tre fattori culminano nel titolo che assunse il Capo dello Stato ita­liano: "Vittorio Emanuele H per grazia di Dio e volontà della Nazione re d'Italia (15). È chiaro che l'unità d'Italia costituì un trionfo dell'ideale monarchico liberale sull'attivismo repubblicano nell'interno e sui pericoli dei legittimisti all'estero (19). Ne consegue che la storia del Risorgimento italiano si identifica con la storia stessa del liberalismo nella penisola. Ma quali punti di contatto esistettero fra il liberalismo italiano e quello tedesco?
La risposta non poteva essere più ovvia: benché le esperienze politiche dell'assolu­tismo siano state comuni a tutte due le nazioni, benché l'assolutismo abbia provato sul­l'individuo come sulla nazione che il sentimento nazionale e il sentimento individuale si oppongono allo stato oppressore, benché il concetto inseparabile di nazionalità e di libertà costituisca da una parte e dall'altra una base indiscutibile, e sebbene il comportamento dei liberali tedeschi non si distingua da quello dei popoli degli altri paesi occidentali, il destino del liberalismo tedesco come sistema politico dipese dalla polìtica imperialista di Bismarck. Tenendo conto della costellazione politica degli stati tedeschi determinata dal dualismo fra l'Austria e la Prussia è chiaro che il liberalismo non poteva avere per la storia della fondazione dell'impero germanico la stessa importanza che esso ha avuto per l'unità d'Italia. La fondazione dell'impero germanico fu una questione di forzo esercitata dalla Prussia. Bismarck risolvette questa questione partendo dallo stato prussiano, senza tener conto della nazione e del popolo (27). In Italia invece il nuovo stato non fu una conquista dei Savoia; il Piemonte non aveva la potenza della Prussia e l'unità non è merito di un solo