Rassegna storica del Risorgimento
DEGLI AZZI GIUSTINIANO
anno
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1962
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pagina
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115
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JÀbri e periodici 115
Società nazionale Bismarek non era l'uomo più adatto per risolvere la questione tedesca: mentre Cavour aveva particolari disposizioni nazionali, liberali e costituzionali, Bismarek era soltanto un reazionario. Ma i cìrcoli liberali della Società nazionale tedesca non erano tutti d'accordo nelle loro opinioni intorno al problema italiano. Mentre da una parte si protestava molto energicamente contro qualsiasi appoggio all'Austria da parte della Germania, si indicavano dall'altra le simpatie per un regno d'Italia come una sentimentalità malata. Per questa ragione fra i membri della Società nazionale tedesca non si giunse mai ad una opinione concordo intorno alla questione italiana (118).
Passando quindi ad esaminare le opinioni dello storico tedesco Heinrich von Treitschke il Portner avverte subito che fu proprio luì il primo a parlare in Germania, insieme con Hermann Reucblin, del Risorgimento italiano nelle rispettive opere monumentali Storia d'Italia dalla fondazione delle dinastie regnanti fino al presente e Storia tedesca del XIX secolo . Il Treitscbke, come è noto, rappresentava e sosteneva energicamente l'idea che il testamento politico del secolo XVI, quello di Hutten come quello del Machiavelli, fosse diventato finalmente una completa realtà nel sec. XIX. Machiavelli soprattutto fu lo storico prediletto di quel grande pensatore tedesco e il suo maestro politico dopo Aristotele. Ma il timore di una egemonia della Francia trascinò anche il Treitschke dalla parte dell'Austria, sebbene egli sperasse che la Germania avrebbe finito per volgersi contro la Francia, non contro l'Italia. Del resto il dilemma: contro la Francia, ma per l'Italia fu la bandiera, sotto la quale combattè la maggior parte dei liberali tedeschi di quel tempo. La Germania di fronte a Vienna si trovava nella medesima situazione, in cui si trovò Cavour; ma Bismarek, a loro avviso, non avrebbe mai alzato la spada contro l'Austria (146).
Nel 1869 Treitschke scrisse un saggio su Cavour con il proposito che i tedeschi potessero apprendere qualche cosa dal più grande movimento nazionale del sec XIX . L'esempio italiano avrebbe dovuto mostrare ebe cosa significhi una politica nazionale realistica. L'unità tedesca avrebbe dovuto mirare allo scopo di seguire l'esempio italiano facendo della Prussia quasi il nocciolo della futura Germania. In Italia il liberalismo si era congiunto con il pensiero nazionale, in Germania invece i concetti di libertà e di indipendenza non si identificavano affatto, con grande amarezza del Treitschke, il quale, come è noto, tentò invano per tutta la sua vita l'unificazione di questi due indirizzi politici. Per lui Cavour fu il più alto ideale dell'uomo di stato e il suo giudizio sull'italiano riesce più caldo ed equilibrato di quello su Bismarek o Napoleone. Egli lo ammirava, perchè aveva saputo comprendere i segni del tempo e aveva potuto chiaramente riconoscere, come in un determinato momento si sarebbe sviluppata la storia universale . Cavour era, per lui, un uomo di stato nel senso moderno della parola, il quale, amando la libertà nello stato, congiungeva lo sforzo verso il progresso con l'idea monarchica e sapeva coordinare contemporaneamente e parallelamente l'unità statale con la libertà popolare (170).
Riassumendo infine il risultato delle proprie ricerche il Portner osservava che le idee dei liberali tedeschi negli anni 1859 e '60 intorno all'Italia erano diversamente condizionate dal loro atteggiamento di fronte alla Francia e all'Austria e che prevalse in generale la convinzione che gli interessi tedeschi ed austriaci non andassero assolutamente d'accordo. In Prussia si fece strada abbastanza presto il desiderio di un regno forte nell'Italia settentrionale, su ciri, al momento opportuno, si potesse contare, come su un naturale alleato, e si vedeva con piacere nell'Italia nn concorrente della Francia e dell'Inghilterra nel Mediterraneo. Anche i giudizi sulle principali personalità del Risorgimento furono più o meno concordi nei liberali tedeschi: l'idea mazziniana fu generalmente respinta, si comprese invece l'opera del Gioberti, dell'Azeglio e di Manin. Ci fu ammirazione per Vittorio Emanuele e quasi predilezione per Garibaldi; Cavour fu considerato il modello di un uomo di stato.
Per gli storici liberali tedeschi fu determinante il fatto di aver potuto sempre rilevare in Italia la coincidenza fra le aspirazioni all'unità nazionale e alla formazione d'uno stato forte con sistema costituzionale, la libertà della religione e della moderna economia politica. Si vide in Italia realizzato il proprio desiderio di libertà e di unità. Le promesse della rivoluzione in Italia furono approvate tuttavia in Germania soltanto dal punto di vista politico, non nel senso sociale. L'azione, non la dottrina degli italiani, svegliò nei patrioti